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Entro nella camera da letto dei miei nonni, lo sguardo si posa subito sulle due bombole d’ossigeno che sono collocate con cura accanto al muro. Le bombole rappresentano il simbolo dei periodi difficili della mia vita segnati dalla perdita delle persone care e anche una testimonianza dell’alto tasso di tumori polmonari causati dall’inquinamento nella città di Taranto. Su una delle due bombole ci sono dei fiori finti, delicatamente poggiati, come se fosse un bouquet funebre. Questo dettaglio evoca la morte, una fragile rappresentazione di un addio che si ripete nel corso del tempo. Accanto alle bombole c’è la sedia a rotelle di mia nonna. Fedele compagna da molti anni ma per lei una tragedia: simbolo di una sua debolezza e perdita d’indipendenza, un’antagonista che rappresentava una malattia. Il pavimento della stanza è decorato con uno stile geometrico, un intricato intreccio di forme che creano un contrasto visivo con gli oggetti circostanti. Dietro la sedia a rotelle, una tenda ricamata lascia filtrare una luce soffusa che crea sfumature più intense grazie ai segni realizzati con pastelli ad olio. Questa luce sembra provenire da una dimensione diversa, una realtà che si manifesta attraverso il tessuto spesso della tenda, conferendo un’aura mistica alla scena. I colori sono in netto contrasto tra loro: lo scorcio della stanza avvolto da un blu ciano intenso, il pavimento si distingue con un caldo arancio. La tenda rossa si staglia dietro la sedia a rotelle nera, quasi a simboleggiare il dolore e la sofferenza. Le bombole dai toni più freddi e i fiori misti tra tenui e bordeaux, tra descrittivo e piatto.