L’infanzia e la prima casa della mia vita, la casa dei miei nonni. Il momento di esaltazione dato da una giornata gioiosa, l’innocenza di una bambina che ancora nulla sa della vita. Saltella nel mezzo dei due spazi, uno più luminoso dato dall’inondazione del giallo, il colore del sole. L’altro spazio in ombra è più cupo. Il dover scegliere da che parte andare sdoppia la figura che da un effetto fantasma, ma nessuna decisione viene presa, si resta al centro, nel nulla. Lo spazio è vissuto e intriso di ricordi, il divano giallo, il chiostrino interno alla stanza che illumina il salone intero, un mobile e una sedia, una di una numerosa serie che riempivano la casa dei nonni.
La sala più in ombra invece ha un pavimento caratterizzato da una particolare decorazione, ripetuta non in tutte le mattonelle nel dipinto. Alcune parti della tela sono vuote o lasciate non dipinte, per evocare l’effetto del ricordo che quasi svanisce, oppure luogo consumato dal tempo e da tutta la famiglia che lo ha vissuto.Il mobile presenta lateralmente dei dipinti di ambienti naturali paesaggistici e al centro uno specchio che simula una finestra, il colore piatto non riflette ciò che c’è di fronte, lascia all’immaginazione.
La tela preparata a muro non è del tutto dipinta, alcuni spazi non sono stati toccati dal colore, lasciando in evidenza la trama del tessuto che separa i due ambienti descritti.
Il rimando al tessuto non è casuale, deriva da una tradizione familiare.