Siamo di fronte ad un bozzetto, un piccolo studio scultoreo rappresentante il David.
L'episodio biblico più famoso e che noi tutti conosciamo riguardante David è quello dello scontro con Golia, il gigante filisteo.
Il mio David si ispira ovviamente a quello di Michelangelo, di Donatello, del Verrocchio, ma attinge alle forme contemporanee per via della posa da selfie. Ricalca le anatomie muscolose dei guerrieri di un tempo per via dell’attenzione e la cura che oggi diamo all’estetica del corpo; lo sguardo apparentemente fiero e proiettato nel futuro per ostentare la propria sicurezza difronte un autoscatto fotografico.
Impugna armi tecnologiche per sopravvivere al suo tempo (la fionda è a terra e il sasso sotto il suo tallone a rappresentare una scelta e una generazione diverse), nella mano destra ha un PC con il quale può connettersi al mondo che lo circonda, e nella sinistra il bastone del selfie con il quale può immortalare le sue emozioni, la sua vita.
Nella versione definitiva a grandezza umana il bastone del selfie e il cellulare saranno reali divenendo così una statua interattiva dove il pubblico potrà scattarsi un selfie accanto a lei.
Secondo alcuni critici contemporanei il ricorso massiccio al selfie è un fenomeno tipicamente narcisistico, un atto di autoindulgenza correlato talvolta ad una bassa autostima, con il quale si cerca un'autoaffermazione.
Un’autoaffermazione come arma per non cadere nell’anonimato o nell’oblio di un mondo che corre inesorabilmente.