È come quando eri bambino.È come sei bambino.Un viaggio nel tempo, quel tempo che ti passa accanto, ti sfiora, sembra... Read More
È come quando eri bambino.
È come sei bambino.
Un viaggio nel tempo, quel tempo che ti passa accanto, ti sfiora, sembra sollevare i cappelli col suo andare inarrestabile, e, nel mentre, tu sei lì immobile a guardare, avvolto in una dimensione ovattata, abiti la quotidianità, i riti, le messe, la realtà che diventa finzione e teatro, mentre tu, fermo in quel tuo mondo sfuocato, ora puoi finalmente vedere.
E vedi.
Vedi un mondo in cui vorresti esistere.
Sembra un po’ come il viaggio di Alice nel suo paese delle meraviglie.
Dimensioni irreali, cunicoli in cui precipiti in un tempo infinito, domande sconnesse, risposte mai date in silenzi di luna.
Forse la fantasia di un folle, scrittore o inventore di favole, può iniziare da ciò che vive realmente, ma lui ha la forza di fermarsi a guardare le realtà che lo abitano.
Specchi.
Specchi che di consueto riflettono quel che accade, ma mentre nel silenzio di una mattina d’autunno, ho alzato gli occhi tra gli specchi di casa e ho visto me stessa scomposta, mi sono guardata ed ho visto un’altra me.
Mi sono fermata, ora i miei occhi avevano smesso di vedere, ora cominciavo a ricercarmi a guardarmi come quando ero bambino.
E allora, proprio con il fare di un bimbo ho iniziato a giocare, cucendo i pezzi di specchi su altri specchi come un eco che amplifica il dire.
E’ bello perdersi in uno specchio e farlo diventare il tuo viaggio nel tempo.