Ho fatto un viaggio e sono arrivata al limite del mondo, dove la terra è
bruna e calda, dove la vetta ti gela il respiro e ti immobilizza davanti
all’alba cristallina.
Proprio lì dove tutto è dimenticato, dove tutto è incontaminato.
<<Ehi, mi vedi!? Sono seduto qui, sul mio carico. No, tu non riesci a
vedermi, sono troppo piccolo io. Ehi, mi senti?! La senti la mia voce? No, non
ce la fa, il suo mondo è troppo rumoroso.>>
Ho visto i suoi occhi: neri neri, le sue guancette scure e il suo sorriso
così ingenuo sporcato solo da una caramella di fango.
Ho visto i suoi piedini, poi ho guardato i miei.
<<Ehi, perché mi guardi così?>>
Un bambino tutto quello che vive, lo accetta per giusto no!?
Al confine del mondo, oltre il limite dell'assurdo, guardavo quell'ometto
con una scarpa sola che era improvvisamente diventato più alto di me, più forte
di me, più grande, più coraggioso, più intelligente di me.
Ho guardato le mie scarpe, le mie mani, ed erano piene di inutili gesti e
di inutili passi.
<<Dov'è che corri? Dove vai così di fretta? Ehi Signore, perché non
mi rispondi, non capisci forse, la mia lingua?>>
Osservavo quegli occhi neri neri e non avevo più parole, sì. Spiazzata, ero
lì, inerme, immobile. Eccome invece se capivo la sua lingua.
Parole fatte di passi, di orme, di fatica, di semplici e limpidi sorrisi.
Ma cosa gli dicevo, cosa avevo da raccontargli io?
Allora mi sono seduta accanto a lui, sul ciglio della strada, ed ero per la
prima volta oltre il confine, anche io .
Ho provato a guardare quello ciò che vedeva quell'ometto, lì, dalla via
terrosa, lì dal basso, ed ho cercato l'odore del fango e della felicità, e l’ho
sentito. Ne avevo i polmoni e il cervello, la pelle, le ossa e l’animo colmi.
<<Bimbo scuro con una scarpa sola, tu, tu sei felice ogni giorno,
qui, così, ogni singolo istante nel tuo mondo così tanto diverso dal
mio.>>
Ho guardato di nuove le mie mani, ed ho capito che niente si sarebbe
adattato meglio al palmo di un adulto, come la mano di un bambino.
<<Coraggio piccolo soldato dell’immenso esercito, il tuo campo di
battaglia è la Terra intera e la tua vittoria sarà la civiltà umana.
Grazie, grazie piccolo bimbo, grazie mille volte piccolo ometto, grazie
sempre e per sempre per avermi permesso di sedere accanto a te, e per avermi
sorriso, in silenzio, oltre il confine.>>