Le personalissime mappe-bandiere di Serradifalco sono un visionario “RisiKo” geopolitico che travalicano i confini codificati dall’uomo, in cui paesi separati... Read More
Le personalissime mappe-bandiere di Serradifalco sono un visionario “RisiKo” geopolitico che travalicano i confini codificati dall’uomo, in cui paesi separati da modelli economici e di sviluppo, confessioni religiose, dalla storia come dalla geografia politica convergono, si intersecano, l’uno a completare l’altro. E nel simbolo più emotivamente sensibile per ciascuno, vale a dire la bandiera nazionale. Una scelta questa di Serradifalco per interrogarci, ancora una volta, in maniera tutt’altro che implicita: è proprio vero che la geografia serve a fare solo la guerra, compresa quella economica? E se ci fosse un’altra geografia possibile per riflettere e agire sul mondo quando proviamo a osservarlo per esempio, come in questo caso, dal satellite adottando il medesimo punto di vista di Dio? Insomma la carta geografica è un indicatore forte del potere politico e si presenta, pertanto, fisiologicamente fredda, astratta. E l’artista siciliano (come altri artisti contemporanei, a partire dalla palestinese Mona Hatoum) intende scardinarla proprio per questo a nuove emozioni. Ecco spiegate, forse, quelle sottili sfumature personali di perdita, il disorientamento e il senso d’esilio esistenziale che producono le “Earth Flags”, intrise come sono – attraverso un’estetica sapiente – di nostalgia inquietante di un futuro migliore possibile, ma poco probabile, in una società ormai assuefatta a chiudere gli occhi difronte a scomode verità.