Mi chiamo Raffaella Liberatore,
Sono nata a L'Aquila, città dove sono cresciuta ed ho studiato, e che ho lasciato a 28 anni per trasferirmi a Torino.
Ho sempre amato creare, costruire, sperimentare attraverso l'uso delle mani.
Ho scelto quindi di frequentare L'Istituto d'Arte con indirizzo Merletto e Ricamo, e successivamente il corso di Scenografia presso l'Accademia di Belle Arti della mia città natale.
Ho approfondito così vari settori e vari materiali spaziando dal legno al tessuto. Prendendo confidenza con materiali sintetici e da costruzione, materiali naturali e colori, per trasformarli in qualcosa di diverso, cercando di conoscerne l'essenza per creare una mia visione della scena da rappresentare.
Ho imparato a realizzare il Tombolo, antico merletto della tradizione Abruzzese che si realizza attraverso l'intreccio di fili legati ad appositi fusi.
Allo stesso tempo ho imparato a costruire strutture praticabili con il legno.
Questa contrapposizione di attitudini ha sviluppato in me la consapevolezza dell'assenza del limite nella rappresentazione e nella costruzione. Attraverso l'uso e la conoscenza approfondita di così differenti materiali, ho realizzato che "c'è sempre una soluzione".
Durante gli studi Accademici mi sono appassionata al teatro frequentando seminari con registi ed attori come Cesar Brié, Mario Barzaghi, Roberto Romei e prendendo parte a spettacoli con la regia di Giancarlo Gentilucci, che fu allora relatore per la mia tesi di laurea in Costume per lo Spettacolo.
Nel 2000 sono diventata madre e questo mi ha avvicinato al mondo della pedagogia Waldorf portandomi a sperimentare l'uso di materiali e tinte naturali e differenti metodi di pittura e scultura.
Mentre mio figlio cresceva, ho fatto scelte importanti come vivere immersa con lui nella natura, tra boschi e colline toscane.
Questo ha rafforzato la mia propensione all'utilizzo di materiali naturali e alla loro trasformazione.
Ad oggi continuo a sperimentare e l'opera qui proposta credo sia il frutto di anni di lavoro interiore ed esteriore alla ricerca di una modalità tutta mia di raccontare la mia visione .
Una visione delicata ma solida, eterea, sognante, mutevole.
Ed è proprio la mutevolezza che mi affascina.
E la lana con cui sto sperimentando questa sorta di "Scultura Morbida", rende le figure "Sculture Mutevoli"
Quando avevo 5 anni ho perso mio padre e da bambina ricordo che cercavo nelle nuvole il volto umano come alla ricerca di forme fisiche nella natura immateriale dell'aria.
Questa ricerca tra materiale e immateriale mi appartiene. Mi appassiona e mi affascina. Mi Ispira.
Adoro il Lavoro di Edoardo Tresoldi, mi parla molto di tutto ciò.
Ad oggi ho un piccolo laboratorio nel cuore di Torino e sono docente in un Liceo Artistico sempre a Torino.
Credo che la mia vita più che la mia carriera artistica sia il percorso attraverso il quale ho sperimentato e continuo a sperimentare l'Arte.
Ora però che mio figlio è grande sento la forte esigenza di esporre la mia visione in uno spazio dedicato solo a questo.
Di dare alla mia ricerca la possibilità di espandersi e di trovare un confronto con altri occhi.