YouTube link :
https://www.youtube.com/watch?v=wIqsuBR3l6I
https://www.youtube.com/watch?v=wF6jBrTd6nk&t=21s
https://www.youtube.com/watch?v=MSG3kzvLjpU
I was born and raised in a small town near Turin, at a time when a deep economic crisis had scattered the territory with abandoned industrial buildings, as evidence of the failure of an economic system that sets aside what it considers old, in an endless race towards what’s “newer”.
Unlike the current and more common trend trying to give new life to abandoned places through gentrification, claiming as redevelopment operations what in fact are merely speculations that strip those spaces from their identity and loosen their bond with the territory holding them, I decided to analyze their “poiesis”, investigate their beauty and draw inspiration to start a dialogue with them.
Abandoned places hide the destiny awaiting all things: time passes relentlessly and erases the past giving life to an uncertain present. Based on these suggestions and wandering around those spaces I gather the materials, and when I’m back in my studio I use them to build devices that refer aesthetically both to the place that inspired them and to the sensations I experienced.
Afterwards I bring back the objects in the context that inspired them, and with smoke bombs that I light inside them I release through pipes and chimneys colored fumes which, when dispersed, take possession of the surrounding space and return flashes of life in a visual, auditory and olfactory way.
This final moment is filmed in order to have a record of the dialogue that took place; the resulting video is repeated in a loop alongside the works and explains the layered marks on the objects.
Abandoned places are invisible to our eyes, detached from the context in which they exist, they seem surrounded by a bubble in which time and reality flow with different rhythms from the outside world. This work tries to be a point of contact between two realities that rarely meet: the places used today and the ones that have been abandoned. They expose a hectic and superficial life with no consideration for a possible future.
Sono nato e cresciuto in un piccolo centro della provincia di Torino, nel periodo in cui una crisi economica profonda ha disseminato il territorio di edifici industriali dismessi, testimonianze del fallimento di un sistema economico che accantona ciò che identifica come vecchio in una continua corsa verso il “più nuovo.”
A differenza dell’attuale e più comune tendenza che tenta di dare nuova vita ai luoghi abbandonati attraverso il fenomeno della gentrificazione, spacciando per interventi di riqualificazione mere manovre speculative che li spogliano della loro identità e ne allentano il legame con il territorio che li accoglie, io ho deciso di analizzarne la poiesis, indagarne la bellezza e trarne ispirazione per instaurare un dialogo con essi.
Nei luoghi abbandonati si cela il destino che attende a tutte le cose del mondo: il tempo che inesorabilmente passa e cancella quello che è stato per dar vita ad un presente incerto, e sulla base di queste suggestioni, aggirandomi al loro interno, reperisco i materiali con i quali tornato in studio costruisco degli apparati, dei marchingegni che si rifanno per estetica sia al luogo che li ha ispirati che alle sensazioni provate.
Successivamente riporto gli oggetti nel contesto dal quale hanno preso forma e mediante l’inserimento di fumogeni al loro interno, attraverso tubi e comignoli faccio fuoriuscire fumi colorati che, disperdendosi, si impossessano dello spazio circostante e vi riportano in maniera visiva, olfattiva e uditiva uno sprazzo di vita.
Questo momento finale viene filmato per documentare l’avvenuto dialogo; il video che ne deriva è riproposto in loop a fianco delle opere e ne spiega i segni stratificati sugli oggetti.
I luoghi dismessi sono invisibili ai nostri occhi, avulsi dal contesto nel quale sorgono e avvolti da una bolla dentro la quale il tempo e e la realtà sembrano scorrere con ritmi diversi rispetto al mondo fuori: questo lavoro si pone come punto di contatto fra due realtà che raramente si incontrano: i luoghi oggi in uso e quelli abbandonati che diventano la denuncia di una vita frenetica e superficiale, che non contempla un possibile futuro
