Uno contro uno, contro tutti, contro me per essere installato ha bisogno di due pareti ad angolo non eccessivamente grandi prive di ingombri visivi fuori contesto, in modo tale da non alterare la fruizione dell’opera.
Parte dell’installazione sono: un collana di sei dvd, un lettore dvd, entrambi posizionati su di un tavolo bianco di medie dimensioni, e un televisore. Tavolo e televisore devono essere installati su pareti diverse.
Il lavoro però, per esprimersi nella sua totalità, ha bisogno della partecipazione del pubblico: dopo una disposizione iniziale da me stabilita, ognuno è libero di interagire con Uno contro uno, contro tutti, contro me. Ogni fruitore può scegliere uno o più dvd presenti sul tavolo e usare il lettore per riprodurli, intervenendo senza alcun limite di azioni, tempo e di partecipanti. L’esperienza è guidata esclusivamente da sensazioni personali personali.
Uno contro uno, contro tutti, contro me è una riflessione sui miei ricordi, quelli tenuti a distanza, sulla loro logica di collocamento nello spazio della mia mente. Parliamo di presenze effimere che in questo caso riescono ad assumere un peso effettivo, mescolato a quello intangibile del percepito. Questo esistere è calcolabile attraverso l’unità di misura della memoria e il processo di alterazione delle immagini. Sono intervenuto direttamente sulla struttura grafica di una collana di sei dvd del 2004 dedicati al wrestling appartenenti alla mia infanzia. Ho manipolato ogni elemento della raccolta in tutte le sue parti: copertina, opuscolo e cd, escludendo però il bollino di autenticità applicato sulla custodia. Quest’ultimo attesta l’originalità, nonché la sincerità di ogni mio ricordo. Ho manifestato l’esistere dell’assenza degli stati emotivi vissuti, tradotti in una fredda serie di sfocate impressioni visive. La vista fallisce nelle sue funzioni di codifica delle immagini, diventa l’anello di congiunzione tra interno ed esterno, intimo e collettivo, materiale e immateriale.
Dietro l’atto di mostrare si nasconde in realtà il tentativo, ovviamente vincente, di occultare il mio trascorso, in quanto il fruitore non è a conoscenza della natura miei ricordi, lo è solo della loro presenza. Questo vuoto tra percepito e compreso fa sì che l’istallazione si ponga come spunto e non come oggetto di riflessione, diventa specchio di chi guarda sottraendomi dal giudizio altrui, costringendo lo spettatore a un confronto con se stesso.
Le dinamiche di indagine personale personale fanno riferimento soprattutto al dvd su cui ho focalizzato la maggior parte della mia attenzione, il primo, quello della Royal Rumble, nonché l’unico in grado di essere riprodotto dal lettore. Si tratta di un tipo di incontro che vede sfidarsi un gran numero di lottatori che fanno il loro ingresso sul ring a intervalli temporali tutti uguali, con l’obbiettivo di eliminare i partecipanti già presenti o in arrivo. Perciò il numero di persone presenti nel match varia in relazione alla capacità di resistere dei vari wrestler. Il vincitore è colui che rimane per ultimo.
Il meccanismo di questa tipologia d’incontro è la traduzione di quello mentale di riaffioramento dei miei singoli ricordi, il riflesso della violenza con cui essi concorrono, dei loro fallimenti e vittorie. Il video risulterà anch’esso sfocato, sottolineando la compatibilità tra me e fruitore rispetto al processo e non al tema trattato.
Il fine è quello di creare un dialogo tra persone: individui che parlano allo stesso modo ma con l’uso di lingue diverse, cadendo in un’incomprensione emotiva causata dall’incompatibilità dei ricordi, ma su un territorio comune, quello delle intenzioni.
In definitiva Uno contro uno, contro tutti, contro me vuole essere un sottospazio della collettività dei processi del ricordo fatto di individualità “incompatibili” che, attraverso l’interazione, si finalizzano in una ricerca del personale.