L’opera è un’istallazione, composta da due diverse modalità di rappresentazioni, da un lato troviamo un multiplo scultoreo, e dall’altro una serie pittorica; due insiemi che parlano la stessa lingua e sono l’uno il prolungamento dell’altro.
Multiforme è un lavoro pensato come un luogo e uno spazio da comporre, è un opera che si può definire non finita perché è aperta ad un possibile e continuo formarsi, in stretta relazione appunto con un eventuale luogo e uno spazio specifico.
Multiforme vuole essere uno spazio possibile, per quel cammino rivolto alla scoperta della singolarità, un’opportunità per estraniarsi ed estrapolare una visione singola dell’individuo nella sua fruizione.Un percorso che forma e produce, figure e strutture famigliari. Dove le tracce, sono l’incontro con l’uomo in assenza dell’uomo.
Multiplo scultoreo
Troviamo una materializzazione del corpo, composta da tante piccole presenze scultoree; dei piccoli corpi grumosi di creta appena abbozzata. Il corpo diventa dunque luogo di sperimentazioni e trasformazioni, un campo in cui si costruiscono le identità, ed è soggetto alla contingenza al caso e a forze endogene ed esogene che possono dunque deformare la sua struttura figurativa, e la sua superficie che ne definisce la forma.
La scultura, in questo caso per me, è un mezzo d’espressione emozionale, è una strada alternativa di rappresentazione, mi permette di avere nuovi stimoli e prospettive di senso, che risiedono nel processo di realizzazione. Nella creazione troviamo il susseguirsi di tre atti esecutivi principali, che suggestionano la visione di possibili giochi di relazione tra gesto e pensiero. Lasciando intravedere fratture, sofferenza, violenza e tensione di tutto il suo essere.
Serie pittorica
L’altro insieme dell’istallazione è la serie pittorica, composta da singoli fogli di carta bianca, tanti quante sono le presenze scultoree (che troviamo appunto nel primo insieme del lavoro).
In ogni piccolo foglio e in modo individuale, troviamo segnate quella che a primo impatto potrebbe sembrare una macchia di inchiostro nero, creata in realtà dalle sculture stesse, ovvero; una volta formatosi il singolo corpo materico, esso mediante una pressione, va a imprimere durante il suo corso di essiccazione la sua presenza, la sua traccia, il suo passaggio.
Ognuno il proprio foglio bianco, ognuno la propria impronta.
Se prima, la scultura è il prolungamento in termini rappresentativi della pittura, ora la scultura a sua volta si prolunga e torna in veste pittorica. Lascia la sua impronta.
L’impronta è il modo più ancestrale di dar luogo a una forma, è un segno che che lascia un corpo impresso su un altro, che costituisce un indizio, un suo passaggio, ogni segno può essere testimonianza di un fatto accaduto o una condizione preesistente. In psicoanalisi la traccia, è vista anche come il modo in cui glie eventi vengono trascinati nella memoria, che sta alla base dei processi associativi.
Finalità
Centrale nell’individuo è la relazione con il mondo esterno, come centrale è nell’opera. Dove più che individui siamo moltitudini, l’io è un racconto che ci da coerenza, e l’identità non è vista come un nucleo che si trova da qualche parte dentro di noi, ma è pensata come un risultato di un continuo processo di costruzione. Multiforme, mira a farsi simbolo del processo di costruzione, che non è altro che il risultato continuo delle relazioni costanti tra interno e l’esterno, e lo fa attraverso il “travaglio delle forme”, che troviamo sia del multiplo scultoreo, che nella serie pittorica; nel primo caso, le figure invitano ad osservare e a considerare un io relazionale, che oltre a riconoscere se stesso, si identifica nei “volti” che ha attorno, tutto ciò che è fuori è dentro, esse si fanno simbolo di un “io comune”, l’io che è fra gli altri, e dall’esterno riceve quelle condizioni necessarie per una sopravvivenza, che viene sottolineata nell’opera dalle impronte, viste come un imposizione di resistenza, per affrontare quel quotidiano che è di tutti.
Nell’opera tutto è creato e pensato come elemento e presenza singola, dai sui due insieme al processo di costruzione di essi, nella finalità di determinare un’apertura a molteplici interpretazioni e possibilità. Non si tratta semplicemente di individui, bensì di relazione fra persone, cercare di porre in relazione tra loro gli individui.
Le forme si attengono alla reazione, alla provocazione del caso, dell’indeterminazione, dell’ambiguo, che generano appunto forme, provvisorie e variabili, è importante tramite la forma che una personalità possa stare in piedi da sola; essere presenza nel mondo in sé e per sé. Nell’opera, la forma è campo di stimoli, aperti verso un vedere e un sentire, il singolo, il mondo e l’altro, integrandoli nella nostra sensibilità secondo la teoria della molteplicità e della possibilità. Multiforme è una ricerca di identità, un “io sono qui”, malgrado la precarietà, è forse autoritratto - uno fra molti.