Is waste so unnecessary ?
Nel 1972 Italo Calvino nell Città invisibili parla di Leonia ’’l’opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni
giorno vengono buttate via per far posto alle nuove. Tanto che ci si chiede se la vera passione di Leonia sia davvero come dicono il godere delle cose nuove e diverse, o non piuttosto l’espellere, l’allontanare da sé, il mondarsi d’una ricorrente impurità’’.
La città più espelle rifiuti più ne accumula e questi si riversano aldifuori del centro abitato, lo spazio è
perfetto, ma aldilà del confine salgono montagne di scarti che non hanno modo di essere riutilizzati.
Leonia è un’esagerazione della nostra società dove il consumo è in continuo aumento e i residui ,
specialmente edili, non riescono ad essere riutilizzati.
Legno, cemento, vetro e diversi altri materiali da
costruzione, una volta utilizzati non riescono ad
essere riciclati per una seconda vita,
nonostante la resistenza materica permetterebbe
l’opposto. Il cemento in particolare modo trova difficoltà nell’essere rimesso in circolazione e il processo di riciclo richiede una lunga transizione.
I rifiuti vengono accumulati in maniera scomposta
creando dei layout bizzarri e disorganizzati; cosa
succederebbe se elementi di scarto di forma pura
venissero riorganizzati per creare una nuova insieme, un nuovo ‘‘tutto’’.
Ripercorrendo il percorso artistico di uno delle figure più influenti dello scorso secolo, ci imbattiamo nella
Serie ‘’Tutto’’ Di Alighiero Boetti .
La serie esprime un tema ricorrente nella carriera
dell’artista: la dualità di ordine e disordine. A un esame più attento, la colorata cacofonia di forme raffigurate nel ricamo rivela un’ampia gamma di immagini, segni e simboli. Come in molte delle opere di Boetti, queste forme invitano lo spettatore a essere coinvolto visivamente nell’opera d’arte.
L’artista ha spiegato il processo collaborativo di
creazione per Tutto: “Ho chiesto ai miei assistenti di
disegnare tutto, ogni forma possibile, astratta o
figurativa, e di amalgamarli fino a saturare il foglio di carta. Poi ho portato il disegno in Afghanistan per farlo ricamare... I diversi colori di ogni forma sono scelti dalle donne. Per evitare di stabilire una gerarchia tra i colori, li uso tutti. La mia preoccupazione è evitare di fare
scelte secondo il mio gusto e inventare sistemi che poi sceglieranno per mio conto”.
Nella nostra traslazione pratica in oggetto vogliamo
collezionare una serie di carotaggi in cemento ,elementi di scarto di cantieri edili, per creare un path materico.
Una serie di carote in cemento di diverse altezza ,
vengono poste verticalmente unite tra di loro per creare un disegno scomposto che crea un playground solido costruito con scarti.
Nella vista frontale troviamo un sistema verticale
altalenante con diverse misure come simboleggiare l’ammasso di brutture che si colleziona giornalmente.
Contrariamente in pianta il sistema è organico e
preciso, le forme sono pure e di eguale misura, le
ombre dovute alle differenze in altezza creano una
visione di insieme impensabile.
Il concetto di tutto sta nel vedere una serie di forme uguali che unite insieme creano un sistema del tutto inaspettato. Siamo noi a volerlo, siamo noi a costruirlo.
Nella venere degli stracci di Pistoletto del 1967 troviamo un contrasto importante, le forme dell’arte classica
stridono con il disordine della vita moderna. Nella
nostra proposta non solo si manifesta un dualismo visivo importante tra pianta e sezione, ma una critica
moderata al consumo insensato del giorno d’oggi.
Tale confronto ci spinge e ci motiva nel voler
continuamente riutilizzare, ridurre, riciclare.