Quest’opera si presenta come un complesso percorso che parte dall’alto, in un contesto urbano. Qui i personaggi sono attratti da un telefono in cui si tuffano. Il resto del percorso è descritto nella parte inferiore dell’opera, dove i personaggi scendono man mano sempre più giù, interfacciandosi con dei corpi filiformi neri. Con un'analisi più approfondita si nota che all’inizio del percorso, ogni personaggio, ha delle peculiarità che li differenziano l’uno dall’altro, mentre nella parte inferiore affrontano tre fasi, che li rendono sempre più stereotipati e uguali l’uno all’altro. Nella prima fase il loro approccio con i corpi neri è libero e consensuale, ma nelle due fasi successive ne rimangono progressivamente intrappolati e assoggettati.
Lo scopo dell’opera è dunque quello di far riflettere su uno degli effetti dei social Network. Essi permettono di costruirsi un'identità stereotipata, seguendo i canoni estetici del momento. Andando ad alimentare quel meccanismo che ti porta a voler assomigliare agli altri per poterti sentire all’altezza, dorato, senza renderti conto però che così vai a limare e nascondere tutte le caratteristiche che ti rendevano diverso degli altri, che connotavano la tua immagine.
(parte tecnica)
Una peculiarità di quest’opera è quella di essere stata pensata per essere esposta agli angoli delle pareti. Questa scelta è stata fatta poiché all’interno dello spazio assegnato di una mostra vi era un angolo ed era interessante e stimolante realizzare un’opera appositamente per quel punto dell’ambiente. La parte superiore dell’opera è stata dipinta ad olio, i personaggi invece sono fatti di pasta polimerica, successivamente dipinta ad acrilico. Infine i fili neri sono stati realizzati a partire da un’armatura in fil di ferro e successivamente ricoperti di cartapesta e dipinti.