"San Sebastiano taglia 56"
La leggenda del militare martire dal corpo efebico e glabro, trafitto dagli strali dei soldati di Diocleziano, fornisce lo spunto per una riflessione sullo stigma sociale più o meno esplicito che investe le fisicità imperfette. Una società che nei mass media e nei social media diffonde un modello estetico maschile caratterizzato da anatomie scultoree, implicitamente condanna con gli strali feroci del body shaming quei corpi che dal canone si discostano.Questo San Sebastiano è un uomo corpulento e appesantito: il suo corpo, non conforme ai severi tracciati imposti dalla società, ne è crudelmente trafitto. La società odierna è pervasa infatti da canoni rigidi e precostituiti, esemplificati dal tracciato del cartamodello, paradigma di un malinteso concetto di perfezione elusiva e non inclusiva. L’uomo che si discosta da questi canoni e tracciati stringenti diffusi dai media, viene pervaso da sensi di inferiorità e inadeguatezza o, peggio, essere vittima di bullismo o cyber bullismo. Il sentimento di vergogna riduce l’autostima e genera disturbi alimentari, ansia e depressione che sfibrano e trafiggono l’animo e il corpo della vittima.