Da Genesi 1: “In principio
Dio creò il cielo e la terra.
Il mondo era vuoto e deserto,
le tenebre coprivano gli abissi
e un vento impetuoso soffiava
su tutte le acque.
Dio disse:
Vi sia la luce!
E apparve la luce.
Dio vide che la luce era bella
e separò la luce dalle tenebre.”
L’interrogazione sull’origine, sul principio (archè) è ciò che caratterizza l’aurorale riflessione filosofica. Riguarda la ricerca della matrice indiveniente da cui le cose divenienti provengono e a cui faranno ritorno; individuare tale principio significa attenuare l’angoscia che scaturisce dallo spettacolo del mondo, quello spettacolo che manifesta il comparire e scomparire delle cose mondane e che dunque ci atterrisce. Individuare l’origine delle cose significa individuarne delle stesse cose, degli stessi enti, la causa. Il pensiero cristiano prosegue sulle tracce della precedente filosofia greca; Sant’Agostino, che attinge a piene mani dal platonismo, fa coincidere il principio primo con la Creazione, la quale procede ex nihilo.
Mario Luzi, illustre poeta, in una poesia di Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini così ripercorre questo problema dell’origine:
Mondo in ansia di nascere… Ma stretta
è la porta dell’origine,
a miriadi si accalcano al principio;
legione si contendono
lì, al minuscolo forame,
l’entrata nel recinto,
pochi sono avviati
al caldo e alla sostanza della vita.
Ma in epoca di grazia
oppure d’indulgenza
è più soffice lo sbrano,
allora
irrompono in gran numero
restano sì e no
un attimo sul baratro
e subito pervadono
in tutte le sue parti il campo. Eccoli
scendono
l’uno
nell’altro, l’uno dall’altro cadono
generazione entro generazione…
e noi dal gorgo
d’un oscuro tempo
lì, in quello sciame -
fila
ciascuno il filo
luminoso
e doloroso della grande trama,
fabbrica una storia
nella storia
la sua cava eternità.
La notte, nera; un solo buio. Poi l’evento, l’avvento della luce.
Vi sia la luce! Disse. E apparve la luce. Tutto fu chiaro.
Origine: punto estremo.
Senza peso, apparizione.