L’artista si pone l’obiettivo di toccare le emozioni e scuoterle prepotentemente, causando in chi osserva l’opera una profonda tristezza, una cupa sofferenza, una silenziosa rabbia e/o una primordiale paura. Sentimenti affini sia alla Sofferenza di Gesù, che alla tragedia della guerra.
Nel primo piano dell’opera appare Nostro Signore Gesù Cristo, sofferente e sanguinante per le ferite causate dalla Corona di Spine, che osserva con dolore e sconcerto ciò che l’uomo ha prodotto, ignorando deliberatamente il Sacrificio da Egli compiuto. Una lastra di plexiglas opaco separa Nostro Signore, raffigurato in modo nitido e ben visibile, dalla devastazione presente nei nostri animi. Sulla lastra stessa appaiono delle riproduzioni di fori di proiettile, che bucano non solo il materiale, ma anche la coscienza, permettendoci quasi di entrare nell’angosciante spazio della guerra, che qui viene rappresentata da un bambino urlante in lacrime, con alle spalle l’esplosione di un edificio, resa opaca e “distante” per mezzo dell’uso del plexiglas. Il grido del bambino, che narra un’immensa sofferenza, sembra rimanere sospeso, divenendo silenzioso dietro al velo opaco, ma comunque in grado di colpire i nostri pensieri in modo deciso e feroce. La nostra coscienza ci spinge a cercare di riconoscere i tratti del volto di quel bambino e di coglierne l’espressività attraverso il velo opaco del materiale forato, ma allo stesso tempo inconsciamente quasi troviamo rifugio nella coltre vitrea e torpida, che ci garantisce di non “cadere” in quell’abisso di angoscia. Non possiamo che cercare rifugio nella Fede, che viceversa ci appare nitida, luminosa e vivace.
Le dimensioni volutamente ridotte dell’opera vogliono rappresentare quel piccolo spazio della nostra mente, che costantemente viene riempito da sentimenti di timore ed angoscia rispetto all’attuale situazione mondiale, a seguito della guerra in Ucraina. La tridimensionalità, realizzata con i tre strati di materiali fotoincisi, e la riproduzione realistica dei fori di proiettili rendono, se possibile, l’opera ancora più suggestiva. Le foto utilizzate per la realizzazione delle fotoincisioni non sono di proprietà intellettuale dell’artista, ma sono state scelte, selezionate e liberamente modificate al fine di compiere il viaggio emotivo all’interno dell’opera.