Il quadro rappresenta la estrema rarefazione e schematizzazione di un bosco. Attraverso un processo di semplificazione estrema e di sottrazioni reiterate, attraverso la negazione e la rinuncia alla pittura figurativa, l’autrice vuole esprimere il suo rapporto con la realtà attraverso forme pure, linee semplici, campi di colori. Il quadro parte dall’osservazione della realtà e dalle suggestioni che questa suggerisce, ma la realtà sensibile e fruibile (in questo caso una foresta) sperimentata e percepita dall’artista viene espressa attraverso una linea verticale e due campi di colore, nero e bianco, rispettivamente ombra e luce.
La linea verticale inoltre allude alla trascendenza ed e’ simbolo dell’infinito, dell’estasi, dell’emozione. L’uomo per seguirla deve alzare gli occhi al cielo, staccandosi dalla sua normale direttrice terrena. La linea verticale non incontra ostacoli, erompe nel cielo, non incontra limiti. I colori, chiari e scuri, sono ancora simbolo delle differenti emozioni che l’uomo può provare. La tela fa parte di una serie di opere e di lavori che l’autrice ha dedicato al tema delle foreste, serie che si chiama “HIDDEN FORESTS”, cioè “foreste nascoste”, “foreste segrete”, “foreste interne”, “foreste dell’anima”. Esse sono quindi la espressione del dualismo interiore.