Nella mia pittura l’ ambiguità ha un significato molto importante. Lo stimolo ambiguo porta con sè un linguaggio che può raddoppiare, triplicare di senso in base alle sue caratteristiche proiettive . Lo spettatore è il recipiente di questo linguaggio , attraverso la sua esperienza ed il suo vissuto interpreta l’opera . Attraverso la mia pittura creo delle situazioni atemporali instabili, dove elementi di distruzione si alternano ad elementi di positività e rinascita , colori e piani in contrapposizione tra di loro creano visioni instabili. Tutto quello che non ha un significato univoco diventa estraneo , insopportabile. Mi interessa muovermi in questo territorio dell’ instabilità dove tutto è possibile . La vita agisce ed è imprevedibile , così anche la pittura. La pittura è una lingua viva con dei codici da decifrare. Tutto ciò che rappresento appartiene al presente, al mondo in cui viviamo ma espresso con un linguaggio fiabesco, magico. Se si vuole rappresentare la realtà non si può solo immortalare l’attimo in un involucro perché la realtà visibile è in continuo mutamento . Il processo trasfigurativo , evitando di replicare l’oggetto e la sua bellezza, genera uno sviluppo estetico diverso, un valore aggiunto , reso possibile da un intuizione , un espressione di conoscenza che si traduce in pittura. Un tipo di pittura che fa vedere oltre ciò che descrive, una visione dal futuro? Il potere di attrazione di un oggetto coincide con il possedere aspetti di complessità e indeterminatezza tali da attivare nel fruitore ancora prima che l’apprezzamento del bello, la motivazione della curiosità. L’arte si occupa dell’ incompiuto , per questo motivo nel quadro ci sono parti non finite, che aprono varchi sull’ invisibile. Il visto non arriva già carico di significato. Duemila anni dopo Socrate , il quale affermava che più sapeva e meno capiva , Roland Barthes giunse a desiderare” un mondo che fosse esonerato dal significato “. La scelta di rappresentare bambini mi riporta a quella dimensione di scoperta di cui il bambino fa esperienza nella sua infanzia. Per l’adulto infatti il mondo è il mondo del luogo comune . L’uomo applica i suoi cartellini con il prezzo, informazioni d’uso, informazioni ovunque. Per il fanciullo e per l’artista non è così . Dovunque essi si inoltrino tutto risplende di una luce senza origine. Lo sguardo dell’artista si concentra sui rapporti e sugli interstizi.
“La fantasia priva della ragione produce mostri impossibili ed è assieme a lei che è madre delle arti e origine di meraviglie .... Quando gli uomini non ascoltano il pianto della ragione, tutto muta in visione.”
Francisco Goya