"Banana" nasce dopo aver visto una fotografia nella quale una modella posava con delle foglie di lattuga nel reggiseno, nel palese tentativo di fare qualcosa di originale e proporre così un modello di bellezza inusuale, lanciando un nuovo trend sulla base del principio secondo cui qualunque elemento, se associato ad una classica bellezza femminile e trattato con la giusta serietà, può diventare “poesia” o “arte”. Lo dimostra il linguaggio utilizzato fino ad oggi, tramite l’accostamento del corpo femminile e soprattutto dell’organo sessuale femminile a qualunque sorta di cosa, come se avere a che fare con un generatore automatico di poesia, un "randomizer", fosse realmente sufficiente a fare arte. Il corpo maschile sembra sia stato sempre escluso da questa forma di linguaggio, o se anche così non fosse, il tema viene toccato con meno serietà. Questo dipinto nasce per produrre una “poesia visiva” laddove chiunque altro leggerebbe dell’ironia, e introdurre l’uomo in questo discorso di libertà comunicativa che non deve ridursi al semplicismo di una risatina. Anche il corpo maschile esige rispetto e serietà, poiché da sempre un pompelmo a metà o una pesca possono essere una sofisticata metafora, mentre una banana è ritenuta un'icona spesso volgare e ridicola, perché associata all’organo sessuale maschile. Quindi per certi versi “Banana” è un’opera provocatoria, un po' sarcastica, e al tempo stesso inoffensiva, che racchiude in sé il semplice bivio tra sensualità e caducità della stessa, e che si nutre ed afferma attraverso le molteplici e contrastanti reazioni dello spettatore.