Giulia
Santarini

Ho sempre lavorato con materiali raccolti in natura, come sassi, tronchi di ulivo e con materiali di riciclo, ferrivecchi, ingranaggi e lastre tipografiche, come nel caso dei miei pesci.

Oltre al lato virtuoso dell'utilizzare la materia in modo etico ed ecologico, mi ha da sempre affascinato il dare nuova vita ad oggetti e materiali ormai in disuso.

Ho da sempre ricercato nelle mie sculture un'azione, quel movimento che porta il fruitore a diventare spettatore, dapprima nella posizione dei corpi e nel darne la sensazione, ma questa ricerca si è poi sviluppata nella creazione di sculture in movimento, in cui quell'azione diventa manifestazione artistica che ha luogo di fronte ad un pubblico.

Il movimento nelle mie opere mette in atto il concetto a cui si vuole dare luce nella rappresentazione.

Il punto di svolta nel mio lavoro è avvenuto in occasione della partecipazione ad un concorso che invitava gli artisti a creare opere utilizzando oggetti e componenti di recupero provenienti dalla propria officina. Questo progetto mi ha avvicinata alla meccanica, mondo complesso e molto affascinante, ed ho creato così la mia prima opera in movimento, che ha condizionato i miei progetti futuri, facendo entrare la progettazione meccanica a pieno nella mia produzione artistica.

Le mie opere nascono dall'osservazione della natura e da ciò che suggerisce. Ricerco nel mondo animale e nel suo comportamento in natura quei valori ai quali l'uomo dovrebbe ispirarsi. La scelta dei gruppi e dei soggetti non è casuale, fanno parte di specie animali che nascono e vivono in ogni parte del mondo, creature che rappresentano il popolo, grandi numeri che, per diffusione ed aggregazione, escono dal concetto di appartenenza e distinzione. Da qui, l'osservazione dell'influenza che l'uomo ha sugli equilibri naturali ed il condizionamento che ne consegue dal suo comportamento.