Mi sono diplomata in Arti Applicate ramo tessitura all’Istituto d’Arte di Spoleto.
Dopo essermi specializzata ed aver lavorato nel campo delle arti grafiche, dal 1993 viaggio e vivo nelle maggiori capitali Asiatiche dove approfondisco la conoscenza di diversi materiali e tecniche, quale la fusione dei metalli, la lavorazione della creta e la fusione del vetro per poi riscoprire il piacere di lavorare con i filati.
Nel 2015 tengo una personale presso la Ludo Gallery di Singapore e nello stesso anno mi trasferisco a Venezia.
Nel 2016 vengo invitata ad esporre nella collettiva "Misericordiae Opera" - Il sacro nell’arte contemporanea - nel Museo Diocesano Foligno.
Mi ispira e mi incuriosisce tutto della vita, una vita fatta di diversita' e opposti contrasti concatenati e conseguenti gli uni agli altri.
I soggetti che rappresento sono sempre in antitesi (simboli sacri e simboli profani- personaggi reali e personaggi di fantasia- frasi scritte ed emoticon........ non c'e l'intento del giudizio, del giusto o dello sbagliato, del buono o del cattivo, solo l'evidenza che co-esistono come in una spirale infinita e nell'accettazione che l'uno fa parte dell'altro: per questo mi piace sovrapporli e combinarli.
I filati con le diverse consistenze al tatto e la loro sorprendente gamma di colori mi emoziona. Non faccio distinzioni tra fili di cotone, seta, rafia o plastica; fanno tutti parte di un'unica immagine e di un unico progetto.
Intrecciarli, sovrapporli e letteralmente fermarli con una tecnica " slow motion" quale e' quella della tessitura, e' in contrasto con una societa' che tende a velocizzare ogni processo ed e' questa la mia proposta tecnico-artistica
Trapassare con l'ago la fitta trama della tela richiede pazienza e forza, azioni che mi ancorano al progetto mentalmente e fisicamente.
Nell'esecuzione e con questo lento lavoro di cucito, voglio esaltare gli opposti, cercando di comprimere lo "speed" contemporaneo, il vortice delle immagini, delle notizie, e l'inquinamento di messaggi ai quali siamo esposti.
Il giudizio o la riflessione intrinseca all'opera e' a cura di chi lo guarda.