MAURO STRAZZABOSCHI - Venezia
Sono nato il 16 marzo 1060 in Italia ad Ampezzo, in provincia di Udine, e vivo a Venezia
dal 1968.
Laureato in Economia aziendale e attivo nel mondo finanziario, da sempre amo l'arte, in
particolare quella visiva e quella musicale, con particolare predilezione per l’assoluto
contemporaneo in entrambe i campi.
Pubblico i miei lavori principalmente su EyeEm, per la parte fotografica, e su Bandcamp,
per quella musicale.
In fotografia amo il grafismo e i volumi dalle tonalità contrastate, meglio se in bianco e
nero, raccolti ogniqualvolta l'occasione si presenta. Mi piace la “street” e, in generale
quanto si può “raccogliere” girando per la città, seguendo le tracce lasciate dall'uomo. In
campo naturalistico, mi appassiona soprattutto la fotografia di montagna. Altro campo
che mi appassiona è la foto di moda, per le opportunità di ricerca nella composizione del
ritratto “ambientato”.
Autori che mi hanno interessato da sempre per il loro eccezionale impatto visivo sono
Ansel Adams, Edward Weston, Bill Brandt, Gabriele Basilico, Mimmo Jodice, Franco
Fontana, Martine Franck, Ugo Mulas, Irving Penn, Richard Avedon, Peter Lindbergh,
Helmut Newton, Horst, Annie Leibovitz, Robert Mapplethorpe.
In musica mi appassionano soprattutto le realizzazioni in gruppi “da camera” e gli
organici ridotti, dove emergono con forza la relazione e la secca distinzione tra i pochi
strumenti/voci. Per “strumenti” intendo qualsiasi mezzo in grado di produrre un suono
che possa essere integrato nel contesto del progetto musicale, dallo strumento fisico a
quello virtuale, alla manipolazione – anche estrema - del prodotto sonoro.
La sintesi dei miei riferimenti può ricondurre a compositori quali Ferneyhough,
Lachenmann, Nono, Xenakis, Ligeti e via via fino alla generazione di Saunders,
Neuwirth, Dillon, Chin ... ma amo da sempre anche l’improvvisazione ed il jazz degli anni
60 e 70.
L'arte interpreta i tempi e può fornire rappresentazione, denuncia e, perché no,
elevazione catartica. In ogni sua modalità di rappresentazione, visiva come sonora, può
contribuire a fornire una compensazione al “disordine” del mondo, a dare
equilibrio/sostegno di qualsiasi tipo ognuno di noi abbia bisogno.
In sostanza è comunque soprattutto emozione, per chi la produce e per chi l’ascolta o vi
partecipa. Per me è prevalentemente espressione piuttosto che impressione, tenuto conto
che, a volte, uno spigolo “ben fatto” può intrigare più di una delicata curva.