Monica Marioni è nata a Conegliano Veneto (TV) nel 1972, Vive e lavora a Milano. Nel suo percorso formativo sono state fondamentali la laurea in scienze statistiche e gli anni passati all'interno di un grande gruppo industriale, oltre alla frequentazione...
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Monica Marioni è nata a Conegliano
Veneto (TV) nel 1972, Vive e lavora a Milano. Nel suo percorso formativo sono
state fondamentali la laurea in scienze statistiche e gli anni passati
all'interno di un grande gruppo industriale, oltre alla frequentazione
dell’Accademia. Artista multidisciplinare, considera i media dei mezzi
espressivi, adatti a veicolare i temi da lei affrontati. La sua carriera
artistica inizia a seguito dell’incontro con Antonina Zaru, gallerista,
mecenate, già amica e collaboratrice di artisti di fama internazionale come
come Nam June Paik, Luca Pignatelli, tra gli altri. E’ lei a riconoscere per
prima il suo potenziale, invitandola a una collettiva a palazzo Crispi a
Napoli. La loro collaborazione continua con l’invito a realizzare, nell’ambito
di un evento collaterale alla 53esima Biennale D'Arte di Venezia, l’opera
monumentale "Ego”. Muovendosi dall’astrattismo alla figurazione, approda
ad altre forme artistiche, come la pittura digitale, nei progetti “Ninfe”,
presentato a Vicenza su invito della Fondazione Vignato per l'Arte, e “IO
SONO”, allestito a Milano presso la Fondazione Stelline, con la curatela di
Oliver Orest Tschirky. In questa ultima mostra riflette sulla forma della
performance, ospitando il danzatore Butoh tedesco Imre Thormann. Con “REBUS”
del 2013 torna al materico e alla tecnica mista per dare corpo a una narrazione
eterea ed enigmatica, preludio al ciclo successivo di opere FAME!, progetto
presentato nell’ambito di EXPO 2015 – Feed the planet ma che diventa un lavoro
a sè stante per raccontare tutte le «fami» dell’individuo contemporaneo, con la
presenza di quadri, foto, installazioni e performance. Nell’ambito
dell’allestimento di FAME! presso il museo PAN di Napoli inizia la
collaborazione con la curatrice Maria Savarese per il progetto filmico LE UMANE
PAURE. A partire da una serie di performances dell’artista, il regista
Nicolangelo Gelormini ha girato un film d’artista di 14 minuti. L’artista,
protagonista del girato, racconta il suo mondo interiore secondo una
prospettiva nuova che pone LE UMANE PAURE a metà tra la narratività filmica e
la dimensione artistica, lontano tanto dallo stile documentaristico con il
quale solitamente il cinema racconta l’arte, quanto dall’assenza di una trama
tipica di molta produzione di video d’artista.
L’ultimo progetto, HOTEL MO.MA.,
presentato nel febbraio 2019 a Vicenza ha segnato un avvicinamento a un’arte
più minimale e concettuale, con installazioni e momenti performativi, in grado
di costruire un dialogo con l’architettura di Carlo Scarpa.