gramax&paura (Massimiliano Grandoni e Maura Pandolfi) sono un duo creativo nato nel 2015 in seguito all’esigenza di un confronto progettuale sul rapporto spazio/uomo e sul valore del segno architettonico. La allora produzione di Gramax, illustrazioni di soggetti calati in ambienti architettonici dove l’uomo, creatura e creatore, subisce il creato e si interroga sulla propria condizione e sul proprio potenziale, ha interessato Paura, in quanto architetto, che ha colto in essa un’implicita riflessione sulla responsabilità dell’architettura come atto creativo, nonché una forma espressiva funzionale alla narrazione dell’architettura stessa, capace di evocare sensazioni e atmosfere che sfuggono alla misurazione e al disegno dello spazio.
L’incontro umano e artistico, avvenuto per entrambi in una fase di necessaria revisione esistenziale, ha aperto alla consapevolezza che il primo progetto riguarda l’Essere, il Sé che ci abita. Questo è stato il punto di partenza dell’esplorazione dell’Altro in noi e da noi, lo sconosciuto manifesto e celato nel simbolo: “I/the Other”, progetto complessivo che include diverse opere, si propone di gettare uno sguardo sullo straniero, sulle maschere sociali, sui demoni interiori, sulla specie.
“I/the Other” è un“ un’indagine formale sul significato dell’ “Altro” inteso come:
- altro fuori da sè, cioè l’ente che ci oggettiva, il diverso da noi.
- altro dentro di sè, cioè l’ente che ci abita, l’inconscio.
L’opera principale, serie di ritratti su tessuti e vari materiali, realizzati rivisitando la tecnica del batik per colata e filtraggio del colore (ispirata alle immagini acheropite, dal greco bizantino ἀχειροποίητα "non fatto da mano umana”, come sudari e sindoni), è messa in scena e rielaborata in una serie di episodi narrativi. Il “metodo” pittorico preserva ed eleva la variabile caso, operando infatti in quella sottile linea di equilibrio tra ordine e caos. Il processo genera tre distinte immagini:
- la prima quella sul lato del tessuto dove si opera, più sensibile all’intervento della nostra volontà e azione;
- la seconda, quella sul lato opposto, filtrata dal tessuto e depurata dal controllo autoriale;
- la terza, generata dall’eccesso di liquido depositato sul supporto di base, eterea, segnata ed invecchiata.
Numerose sono le analogie riscontrate tra l’opera e le teorie di Jung, questo permette di assimilare le immagini generate alle figure archetipe junghiane:
-Persona, la maschera indossata dall’individuo in funzione alla società, associata all’immagine digitale veicolabile nei social e nei media;
-Ombra, la parte oscura, minacciosa e sconosciuta dell’inconscio, associata alla prima immagine sul tessuto, quella sul lato in cui si opera;
-Anima/animus, l’oscuro che ci abita, relativo all’inconscio collettivo, associata alla seconda immagine filtrata nel retro del tessuto;
-Vecchio Saggio/Grande Madre, la figura dell’inconscio collettivo con cui si apprende cosa si è in potenza, associata alla terza immagine creatasi sul supporto;
-Sè, la somma del percorso di individuazione, il fine dell'individuo, mutevole e in movimento, associata al montaggio video delle immagini precedenti.
Nella ricerca progettuale di I/the Other pittura, proiezione audio-video, collage digitale, scultura, fotografia e manufatto dialogano di volta in volta in installazioni transmediali progettate e/o realizzate. Il rapporto I/the Other è approfondito esplorando diversi termini di relazione: con l’”Altro interno” (Self/ie), con l’uso dei social (Persona), con la specie (Ostensioni), con il “Martire” (Tabernacula), con la mistificazione dell’individuo (Paura’s Portrait).
La sperimentazione dei materiali, dei procedimenti, dei mezzi implicita nella ricerca artistica ha spinto il duo ad esplorare il limite tra arte e design, tra manufatto e progetto digitale, tra pezzo unico e serialità, tra oggetto d’arte e oggetto di consumo. Rientrano in questa logica alcuni progetti commerciali, sviluppati all’interno di “Etere Studio”, lo studio fondato dal duo nel 2017, come “Etere Collezioni”, un brand di abbigliamento e accessori, “Grow” un sistema modulare d’arredo e “Futura” una linea di sedute.