Una formazione di architetto, e un’esperienza nell’arredamento segnano lo stile pittorico di Giò Stefan (nome d’arte di Giovanna Stefanutti) insieme alla curiosità e all’interesse che fin da giovanissima hanno accompagnato il suo percorso di studi.Lei si racconta così:“Sono nata a...
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Una formazione di architetto, e un’esperienza nell’arredamento segnano lo stile pittorico di Giò Stefan (nome d’arte di Giovanna Stefanutti) insieme alla curiosità e all’interesse che fin da giovanissima hanno accompagnato il suo percorso di studi.Lei si racconta così:“Sono nata a Treviso nel periodo d’oro dei Rolling Stones e dei Led Zeppelin. Sono cresciuta come appassionata lettrice del Corriere dei Ragazzi, quando vantava dei geni del fumetto come Hugo Pratt e Sergio Toppi; ero affascinata dalla resa sintetica delle immagini, in cui le ombre e i contrasti chiaroscurali diventano protagonisti di uno spazio fluido e dinamico; ero anche affascinata dalle storie, in cui i personaggi si trovano a vivere avventure fantastiche in contesti storici precisi e riconoscibili, in una sorta di “letteratura dipinta”.Dopo la laurea in architettura si occupa di design d’interni, scoprendo la propria passione per i luoghi delle persone, per gli oggetti del design, per la vibrazione che le case trasmettono a chi le abita e come ne vengono animate, in una sorta di corrispondenza e gioco di rimandi continuo. Nascono così i suoi ritratti d’interni: persone ritratte insieme alle loro case, agli oggetti che amano, circondate da uno stile di vita che gli appartiene e rende familiare anche il più minimalista degli interni.Particolarmente attenta ai volti giovani, ritrae bambini e giovanissime all’interno del loro spazio, accanto a quello che amano, cogliendoli con l’occhio tenero e divertito di chi è complice di un momento trasformato in ricordo per sempre.” Dopo gli studi classici e la laurea in architettura a Venezia, mi sono occupata di arredamenti d’interni; lavorando anche per privati mi sono trovata spesso con l’esigenza di rendere più “caldo” lo spazio progettato, pensando anche alle pareti libere e spoglie come ad un’opportunità di espressione.”Affascinata dal rigore compositivo e dallo straordinario uso del colore di Tamara de Lempicka e dalla grafica dell’Art Decò Giò Stefan mette a nudo i volti e gli atteggiamenti di chi ritrae con la tenerezza empatica di chi non giudica, ma parteggia e comprende il suo soggetto, immergendolo nel proprio mondo.“Agli inizi del 2000, conquistata dalla bellezza enigmatica dei ritratti della celebre pittrice polacca Tamara de Lempicka, ho iniziato a proporre ai miei clienti di personalizzare la loro casa ritraendoli nello spazio da loro abitato, così da risultare presenti, come in un finto specchio, anche se assenti. ”Giò Stefan dipinge a olio, con una tecnica raffinatissima che trasforma la materia della pittura in delicate velature, scegliendo “un numero esiguo di colori, con toni luminosi e decisi contrasti cromatici. Come “elemento d’arredo”, il colore prevalente è abbinato a quello dello spazio in cui sarà collocato.”Affascinata dal glamour e dall’eleganza degli anni ’50 e ’60 dedica una serie di tele al cinema americano di quegli anni liberamente ispirata alle dimensioni misteriose ed iperrealistiche dell’artista scozzese Jack Vettriano.“La tela diventa la scena di una narrazione; protagonista è una coppia hollywoodiana, ripresa nell’attimo incantato di un’azione o di un dialogo. Ai margini della superficie pittorica vengono sovrapposti pensieri della letteratura che assumono nel contesto del dipinto una nuova, inedita interpretazione. Con la forza dell’immaginazione si ricostruisce il contesto, la scena diventa il luogo ideale delle azioni umane dove tutto può succedere.”Lo stile pittorico di Giò Stefan è immediato, elegante, con una grazia rarefatta che sembra la diretta emanazione della personalità schiva e curiosa insieme della pittrice: tutte le sue tele hanno formati importanti, eppure nessun dettaglio è lasciato indistinto, ma tracciato con la maestria di chi non accetta che vi siano gerarchie tra soggetto e panorama, nemmeno nella serie dedicata alla velocità, in cui il rombo del motore diventa la grazia sognante di un panorama metropolitano.
Esposizioni collettive: Fiera d’arte Reggio Emilia (2015); “Cenacoli d’arte” a Martellago di Treviso (2015); Art Exhibition Mazzoleni all’Isola delle Rose, Venezia (2016); Fiera Arte Padova (2016); mostra “Profumo di donna” presso Allianz Bank, filiale di Treviso (2017); rassegna d’arte “Oltre l’immagine” alla sede municipale di Treviso “Ca’ Sugana”(2018);Mostre personali: esposizione presso la sede di “Music Rooms” a Treviso (2014); “Cineritratti” presso Archeide, Treviso (2016); mostra a Palazzo Cornoldi, Venezia (2017); “Storie e luoghi a colori” presso Manni Gallery al Lido di Venezia (2018);