I mattoni di un percorso
Primo mattone, il
phatos. Di se dice questo “ho dei ricordi infantili dove in chiesa mia
madre spesso mi riprendeva perché non guardavo in avanti durante l’orazione, ma
ero sempre a testa in su ad ammirare i dipinti e le piccole sculture di una
piccola chiesa di campagna”. Secondo
mattone, l’inizio. Ammagliato dagli
affreschi e dalle icone dei santini, inizia a dipingere come autodidatta. Terzo
mattone, la formazione. Negli anni
’80 frequenta un quadriennio con diploma di formazione artistica presso la
Scuola d’arte “Umberto Folli” di Rimini, apprendendo le tecniche classiche
dell’arte. Quarto
mattone, la sperimentazione. Negli
anni ’90 in solitudine artistica, pratica una lunga sperimentazione con vari
materiali poveri, con rilievi plastici dipinti definiti “frammenti di una realtà
astratta” esposti a
Forlimpopoli (FC) in “Assedio – scorribande alla Rocca” nel 1991. Buona parte di questa produzione
empirica è stata poi distrutta. Nel 1988-91 ha esposto opere astratte a Rimini
e installazioni con opere povere a Santarcangelo di Romagna nella mostra
“Aspettando il fiume”. Da
alcuni anni i suoi medium tecnici principali sono il disegno, la scultura, la stampa
digitale, le installazioni e interventi in site-specific. Quinto mattone, le ricerche e i progetti. Nei primi anni del 2000 inizia a
incanalare il suo stile artistico su temi contemporanei riguardanti il sociale,
ed elabora opere figurative illustrando le atrocità che l’uomo attua verso sé
stesso, contro l’altro o verso gli animali. A metà anni 2000 espone presso le
gallerie La Telaccia a Torino e Arte in movimento a Forte dei Marmi, partecipa
a festival locali e mostre in Croazia come “Grand Tour” nel 2010 e a fiere come
ExpoArte Innsbruck nel 2012 e 2013.
Le sue immagini raccontano come nel tempo l’uomo nella sua
esistenza affronta e si
confronta con l’altro come nel disegno “La custodia del pensiero e del
sesso” o in “Pensiero sotto sequestro” , dove attua comportamenti distorti che
presentano un’incapacità nel relazionarsi umanamente col
prossimo e che spesso sfocia tragicamente in violenze sulle donne e sui minori.
Vi sono anche immagine positive come l’ironico disegno della banconota da “30
euro” dedicata alla donna in antagonismo alla violenza economica subita. Una
serie di sculture affronta il dramma dell’incomunicabilità fra uomo e donna
come ad esempio l’opera “Verso il futuro”. Di recente la creazione di una serie
di disegni con grafite su carta che emulano le quattordici postazioni di
un’ipotetica “Via Crucis” femminile. Per diversi anni, dal 2004 al 2009, in
collaborazione con le Pari Opportunità di più provincie in Romagna, ha
organizzato mostre personali itineranti “I
confini del corpo e della mente sono sacri” e “NoViolence of Gender”, eventi
volti alla sensibilizzazione del pubblico verso la problematica di “genere”. Oltre al carattere espositivo ne è seguito
anche uno didattico. Alcune sue immagini sono state inserite fra il materiale
didattico delle scuole, per operatrici psicologhe con l’obiettivo di
sensibilizzare i giovani contro i vari tipi di violenze e di formazione delle
Forze dell’Ordine sull’approccio attuativo a fronte di situazioni violente.
Altro tema sensibile sviluppato in un definito progetto è
quello del rapporto uomo-animale. Nel 2014 al Festival delle Arti a Cervia dal
titolo “Il cibo che vorrei” presenta le opere scultoree “I mangiatori “e
“Desiderio di resurrezione”, Diversi assemblaggi plastici evidenziano il
rapporto malvagio dell’uomo sull’animale. Di riflesso per umanizzare l’animale ha
scritto delle brevi poesie (sorta di piccoli quadretti ironici) e/o opere che
contengono un messaggio di auspicio come nell’ampio disegno “Embrione” dove vi
è figurato un abbraccio fra uomo-animale a emulare un germe di speranza.
Ha partecipato con delle installazioni alla serie di mostre
“LOG Off“ tenute nel 2018 a Lugo e a Bagnacavallo e nel 2019 a Forlì, sul tema
della dipendenza verso i dispositivi virtuali che tengono a distanza i contatti
reali fisici delle persone come le emozioni e le loro relazioni.
Di recente ha sviluppato alcune serie di disegni con figure
astratto-figurativo, alcuni di grande formato, ove cerca di dare un volto alle
identità massoniche del potere occulto che determina la gestione di una nazione
o del mondo.
Un’altra è un prospetto sulla memoria storica, sviluppando
alcuni grandi disegni che figurano i nomi dei siti dove sono state ritrovate
delle fosse comuni da genocidi come le opere “ Voglio un nome !” e “Where’s my
identification tag?” esposte nel 2019 a Bagnacavallo in “Geografie del
Territorio Geografie delle Identità” e in “1947” nel 2020 a Cervia.
Infine una ricerca distinta sulla spiritualità religiosa. In
questa vi è un allaccio alle prime righe di questa biografia e cioè Ferri da
ragazzino ogni domenica vedeva le chiese piene, invece oggigiorno sono semi
vuote e vi è gente solo per matrimoni o funerali. Computo di crisi spirituale,
di rarefazione del paradiso e di altri contenuti. Le installazioni di un
gigantesco disegno “Liquidazione del Paradiso” (6 mt x 1,5) e di “Paradiso
Laico “ affrontano questa disgregazione religiosa, opere presenti nella mostra
sulla Divina Commedia “Aspettando Dante” a Cervia Magazzini del Sale nel 2019; nel
2020 a Conselice Villa Verlicchi nell’evento “Altrove è Qui” e nella mostra “ # DIVINA. COM
su Dante Alighieri a Edolo in corso.
Molte sue opere sono presenti presso istituzioni pubbliche e
in collezioni private.