Glenda Costa nasce a Siracusa il 29 Agosto 1985.
Il suo percorso creativo inizia frequentando la facoltà di design e discipline della moda presso l’Università degli studi di
Urbino Carlo Bò, dove si laurea nel 2010.Dopo la laurea lavora per un anno come stylist e accessor designer presso
Piero Guidi (Urbino).
Fino a quando decide di ritornare in Sicilia e si stabilisce a Catania, dove inizia una collaborazione con la stilista
Marella Ferrera, entrando in contatto per la prima volta con l’arte del ricamo. Affascinata da questa nuova scoperta nel
2012 si sposta a Roma per frequentare una scuola di alta moda, specializzandosi in ricamo 3D. Nel corso di una sua
personale ricerca si rende conto che il ricamo può essere utilizzato anche su materiali “non convenzionali” e inizia così
a ricamare tele e antiche fotografie.
Nel 2016 si innamora dell’isola di Ortigia e la sceglie come base creativa per la sua ricerca. Due anni dopo nasce
MILK, un brand di abbigliamento dalle forti suggestioni siciliane. La Sicilia, terra ammaliante, piena di storie da
scoprire, ricca d'arte e di cultura millenaria, di spiagge e di montagne, dalla natura rigogliosa e sensuale. Questo
magnetico legame con il paesaggio la spinge a raccontarsi attraverso gli elementi naturali, creando una collezione di
abiti ispirata alle piante del luogo e alla mitologia con il solo utilizzo di materiali organici e tecniche artigianali manuali.
Le foglie di palme, di papiri, di fichi d’india, protagoniste assolute dell’abito, vengono impresse ancora viventi
attraverso una semplice tecnica di immersione in tintura e pressione su tagli di lino morbidi e netti. Una magica e
indissolubile compenetrazione fra foglie e lino rende l’abito un pezzo unico, quasi un’opera d’arte. “Il colore, la natura
fibrosa della pianta, la pressione della mano sul papiro, le foglie di limone e le pale di fico, un sottile ascolto che mi fa
giocare con quegli ultimi istanti di vita dove la pianta muore e diviene un tutt’uno con il tessuto marcandolo per
sempre.”
Questa prima linea è solo il preludio di un processo creativo che via via avanza in cerca di nuove amplitudini e
maggiori spazi per esprimersi, per dar voce a un’ispirazione, a una forte pulsione generatrice fecondata dal territorio e
dalla natura circostante. Ecco che allora l’abito con le sue linee costrittive non basta più, è troppo stretto e Glenda passa
ai lenzuoli. Antichi sconfinati lenzuoli di lino, dimenticati, a volte anche macchiati ma preziosi, unici, irripetibili e
intimi. Perché intimo è il pensiero che nutre la sua visione, intime e fortemente personali sono le immagini. Immagini
che adesso spaziano oltre il vegetale e passano all’animale e al minerale. L’inarrestabile, segreto ascolto dell’essenza
della sua terra la porta a sperimentare l’impronta anche nei pesci, raccontando le segrete storie del suo mare -il pesce
spada e la sua amante, il polpo e la sua danza - e i muretti a secco. L’impronta ancora una volta come il pensiero che
corre e va oltre la vita, trasforma in poesia dimenticati muretti a secco ricamandone le pietre.