Cinzia Trabucchi vive ed opera a Roma. Dopo gli studi e vari diplomi di diverso genere frequenta e conclude con piena soddisfazione il triennio di pittura presso l’Accademia delle Arti Ornamentali di Roma. Allieva del prof. Ridolfi, sposa fedelmente la...
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Cinzia Trabucchi vive ed opera a Roma. Dopo gli studi e vari diplomi di diverso genere frequenta e conclude con piena soddisfazione il triennio di pittura presso l’Accademia delle Arti Ornamentali di Roma. Allieva del prof. Ridolfi, sposa fedelmente la sua classicità accogliendone tutti gli insegnamenti, ma ben presto se ne allontana, per sperimentare e vivacizzare la sua tavolozza con tinte più forti. Seguono vari incontri e collettive con amici e maestri pittori, tra Lazio e Umbria. Partecipa a corsi di iconografia. Le sue doti vengono scoperte sin dalla giovanissima età, quando solo guardando per pochi istanti un'immagine riesce a trarne velocemente su carta un volto, un paesaggio, esprimendo nel disegno tutte le sue spontanee emozioni. L’arte le è congeniale. Esegue i suoi quadri nell'ordine più assoluto e nella quieta solitudine notturna della casa, che si trasforma presto in uno studio ricco in ogni dove della sua arte. Senza accorgersene inizia un difficile cammino artistico. Prima autodidatta studia, da libri presi a caso e ovunque, tecniche e artisti. Cresce pian piano affermandosi sulla tela in maniera raffinata, artista dal gusto sicuro. Poi l'Accademia la inizia più seriamente al mondo artistico contemporaneo. Onora Velasquez, Michelangelo e altri grandi. Appassionata di cavalli li ritrae spesso, vincendo nel 1997 il primo premio nazionale con l’olio “Otello”. Ne seguiranno molti altri negli anni, di importanza prestigiosa. "Premio Van Gogh", "Premio Canaletto", e riconoscimenti vari di rassegne internazionali di alto rilievo. Incontra critici come il prof. Vittorio Sgarbi che la vuole nella sua collezione privata con due opere, ancora il prof. Paolo Levi che la premia per la "sua identificabilità e maestria". Si lancia nelle varie sperimentazioni della materia, nel suo lavoro pittorico è facile intuire una grande furia creativa, uno spessore materico quanto colorimetrico, al pari della sua vita fatta di molti contrasti. Dipinge velocemente con inconsueto fervore, coglie l’impressione fugace e transitoria della luce, comunica ed esterna ciò che il suo animo sta vivendo. Per lei dipingere è un piacere, un dovere, un bisogno, vivere, una fondamentale necessità dell’anima, usando occhi, mente e cuore. La pittura è una celebrazione del sé interiore, un appagamento estetico, un pensiero a colori, uno straordinario percorso di crescita continua.