L'opera, intitolata "La danza delle ombre: La vera conoscenza come rivelazione", si manifesta come un vibrante caos organizzato, un palinsesto... Read More
L'opera, intitolata "La danza delle ombre: La vera conoscenza come rivelazione", si manifesta come un vibrante caos organizzato, un palinsesto di memorie e percezioni catturate attraverso la tecnica mista, sabbia, carta, stoffa e collage su cartone.
Immersa in un fondale di blu petrolio e turchese intenso, la composizione centrale esplode in una vorticosa massa di frammenti. Questa non è solo arte; è una vera e propria archeologia dell'anima. L'artista ha saputo orchestrare materiali umili: la sabbia che evoca il tempo e l'erosione, la stoffa che suggerisce il tessuto della vita quotidiana, e ritagli di carta ricchi di grafismi in bianco e nero che paiono mappe strappate o codici dimenticati. Tutto si fonde e si scontra in un movimento perpetuo, una vera e propria "danza delle ombre" dove il familiare e l'ignoto si scambiano i ruoli.
La vera conoscenza arriva quando impariamo a vedere il mondo con occhi nuovi, scoprendo la storia che si cela dietro ogni cosa. Questa frase non è solo un commento, ma la chiave di lettura dell'opera stessa. Le texture ruvide, gli strati sovrapposti e le fenditure cromatiche — con lampi di rosso e tocchi d'ocra — non sono casuali; rappresentano i veli della realtà che vengono lacerati. I frammenti bianchi e neri, pieni di dettagli minuti, sono i tasselli della storia che si nasconde. Solo osservando il dipinto da diverse angolazioni, lasciando che l'occhio si perda nella profondità del collage, si coglie la rivelazione: la verità non è monolitica, ma un assemblaggio dinamico e complesso di esperienze, detriti e illuminazioni. È nell'atto di ri-assemblare ciò che è stato spezzato che l'ombra rivela la sua forma e la conoscenza finalmente affiora.