Nel gesto del piccolo tuffatore si riflette il desiderio di attraversare il tempo, di immergersi in uno spazio dove passato e presente si confondono.
Il muro con i graffiti diventa una soglia tra realtà e ricordo: ciò che resta di un tempo vissuto e ciò che ancora continua a vibrare nella memoria.
L’edificio sullo sfondo, distante e velato, custodisce il silenzio delle cose che non tornano, mentre la figura in arancione osserva — testimone del tempo perduto, o forse del proprio ricordo.
Attraverso contrasti di luce e di colore, l’opera evoca l’idea del tuffo come ritorno interiore: un gesto minimo, che però apre un varco profondo nella materia del tempo.