Vive e lavora in Francia, in Italia e in India.
Dopo gli studi in arte e tecniche della moda, Caroline Dantheny lancia il suo marchio di prêt à porter femminile per poi dedicarsi alla creazione di costumi e pezzi unici.
Nel 2005, torna alla pittura formandosi per due anni con M. Bissières a l’Accademia delle belle arti Glacière a Parigi. Poco dopo, si sistema nel suo proprio studio. Nel 2009, investe nei 600 m2 del Espace Comines a Parigi e nel 2010, Gabriella Schurs presenta il suo lavoro. Entra rapidamente nelle collezioni pubbliche e private internazionali. Delle sue prime opere J.P. Delarge ha detto : “Su delle tele lunghe molti metri, a volte sotto forma di trittico, Caroline Dantheny si batte “alla spazzola” con il colore. Un gesto pittorico folle che ricorda i furori di Gutaï, di una cromatista senza pari.
Nel 2011, inizia una collaborazione con il maestro ricamatore J.F. Lesage e gli ateliers Vastrakala/ Lesage Intérieurs, in India del sud. Quest’avventura artistica e umana si svilupperà per quasi sei anni durante i quali l’artista si stabilisce in tre località differenti tra Chennai e Pondichéry per dipingere e ricamare i suoi grandi quadri. Nelle sue note scrive: « É l’unione, il confronto tra due universi (la Pittura e il ricamo), l’unione di due culture (europea e indiana) di due visioni (la visione del tutto e del dettaglio). Voglio che la mia pittura divenga manuale, anzi fisica, coinvolgendo l’energia vitale che circola in tutto il corpo…così l’energia di tutto il corpo passa per l’avambraccio, poi per il braccio e allora la mano agisce. Mi libero di ogni pensiero e previsione. Questo modo di avvicinare la pittura mi oppone totalmente dal gesto accurato e prezioso del ricamo. Ed è proprio questa opposizione che mi interessa: Il piccolo ( punto di ricamo) e il grande (la portata del gesto e la traccia della pittura) ; la maestria (il ricamo) e il caos (la mia pittura) ; il tempo del ricamo (fisso, lungo, incomprimibile) e l’istante della pittura (imprevedibile, istintivo, spontaneo) ». La regista Gaëlle Royer gli dedica un film e una mostra Painting India si svolge nel 2018 a Lalit Kala Akademi nell’ambito del festival Bonjour India.
Dal 2013, mettendo da parte spazzole e pennelli, dipinge con le mani, togliendo ogni intermediazione tra lei e la tela. Questo passo decisivo si tradurrà nella tela Masculin/Féminin realizzata tra 2012 e 2013. Per lei tutto il corpo è coinvolto nella pittura e rappresenta una tappa indispensabile che non solo svela un opera d’arte ma esprime uno stato dell’essere.
Nel 2018, è il telaio che abbandona per dipingere su grandi tele di lino libere, distese a terra, è una maniera più leggera di avvicinarsi alla natura e di viaggiare. Crea degli spazi sulla spiaggia du Loubinou a L’île d’Yeu, sia per dare la forma degli scogli alle sue tele, sia per nutrire le sue tele della natura circondante. : il vento, la sabbia, le alghe, l’acqua e tutti gli elementi intorno si mischiano alle terre naturali e a i suoi pigmenti metallizzati. In questo modo Caroline Dantheny cerca di ritrovare i colori e il gesto originario.
Nella continuità di questo lavoro sperimentale che chiamerà: Tentativi Isolani e per confrontarsi ancora agli elementi del mare, trasferisce il suo studio alla Tonnara di Scopello in Sicilia nei vecchi dormitori dei pescatori. Durante l’inverno 2019, ispirata dai canti omerici del viaggio di Ulisse, lavora in una gamma di pigmenti più densi e colorati che evoca i colori dell’antichità. Le sue grandi tele sono dipinte e poi distese o drappeggiate su alberi di barche.
A gennaio del 2020 si sistema a Palazzo Morosini di Venezia. Inizia a vivere in una Venezia resa spettrale dalla pandemia. I suoi quadri s’impregnano dei fondali fangosi dei canali (La Peau), restituiscono il riflessi della natura nelle acque lagunari : Desiderio, il riflesso delle luce della città nelle acque traboccante : Il Colore ritrovato) o il lucore della città di notte : Nella Notte buia.
Nel 2022, in occasione della 59ª Biennale d'Arte Contemporanea di Venezia, Palazzo Morosini del Pestrin le ha aperto le porte. La mostra “Boundless” occupa i 300 m2 del secondo piano e presenta i dipinti realizzati dall'artista a Venezia negli ultimi due anni, nonché i dipinti ricamati prodotti in India dal 2013 al 2018, in collaborazione con il maestro ricamatore Jean-François Lesage.