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What'sinsidemyhead?
Nasce da una domanda su l'autocensura consapevole del proprio pensiero, il filtro ha due modalità di uso, quello passivo ossia la visualizzazione del viso incastrato all’interno del cubo, o quello attivo ossia l’interazione con esso.
Se posto nella maniera corretta, è possibile osservare delle scritte poste nelle pareti del cranio, riferite per lo più ad una raccolta di pensieri donati da persone vicine all’artista (di maggioranza femminile).
Le frasi non sono legate l’una con l’altra poiché provenienti da persone multiple, alcune riferite a vecchie relazioni, altre ad abusi verbali subiti per strada, altre invece sono legate a concetti superflui ma veritieri, ( I love myself like Kanye loves Kanye).
Lo scopo principale è creare un punto di incontro tra lo spettatore e l’opera, e allo stesso tempo esorcizzare il pensiero proibito.
“Whats inside my head” è un opera in realtà aumentata visibile attraverso il proprio smartphone.
Nasce da una domanda e dalla risposta ad essa in collettività attraverso i social media, nella quale si chiedeva la propria esperienza con l’autocensura consapevole mentale, ossia quel preciso momento in cui affrontiamo il flusso di pensiero, censurando noi stessi essendo consapevoli di ciò che stiamo pensando.
Da lì nasce un dibattito sull’essere donna e dell’essere attenta a ciò che si dice ma soprattutto a come si dice o direttamente evitare di dire determinate cose per la paura di non essere ascoltate.
Da qua nasce una piccola raccolta di frasi di giovani donne, alcune parlano di vecchie relazioni, altre ad abusi verbali subiti per strada, altre invece sono legate a concetti superflui o legati al mondo di TikTok, ( I love myself like Kanye loves Kanye, btw this is my bitch face).
Le frasi non sono legate l’una con l’altra poiché provenienti da persone multiple.
Instagram ha delle regole precise su i testi all’interno dei filtri, dunque in un certo senso si riflette sull’auto censura delle frasi poste all’interno dell’opera.
Il filtro può essere visibile in due modalità, la prima è approssimativa ossia inserire l’oggetto nello spazio visibile e soffermarsi li, oppure quello interattivo ossia scoprire l’easter egg delle frasi celate all’interno del solido.