La mela, frutto simbolico per antonomasia, diviene oggetto prediletto dell'ironia. Supera la sua simbolica sacralità: mitizzata e storicizzata. La natura,... Read More
La mela, frutto
simbolico per antonomasia, diviene oggetto prediletto dell'ironia. Supera la
sua simbolica sacralità: mitizzata e storicizzata. La natura, la cultura, la
religione si arrendono: resta solo un bianco di pura essenza. La solitudine di
"essere bianco" ma la ricchezza di avere in se tutti i colori, una trasformazione ideale che avviene attraverso una successione di stati di equilibrio .
Nell'opera numero 1 la
mela fluttua del campo visivo e la Sicilia come simbolo resta li’ , immobile in un tempo bloccato . Il cielo non
consola, grida il colore e in questo silenzio il fico d'india resta cantore
unico del mondo : cifra identitaria del reale.
Nelle opere 2 si coglie il dialogo fra la
realtà viva del mondo ed il silenzio del bianco. La superfice è volume nella carta usurata. Suono e silenzio. Digitale e
analogico insieme in una danza .L'equilibrio viene scosso dalla potenza vitale di un fiore
e della sua bellezza. La vita irrompe senza chiedere il permesso. Fiamme
d'arancio su un verde stelo: vitalità, colore, calore in un nuovo equilibrio.
Nell' opera numero 3 la ricerca metafisica
diviene membrana invisibile. Una Pellicola trasparente che avvolge senza
scalfire la solitudine dell'oggetto: monade sospesa senza gravità, senza tempo,
bloccata. Un Bianco che assorbe e riduce
ad essenza virginale tutti i colori dello spettro luminoso disintossicati dal
mondo reale. Un colore che spalanca tutti gli orizzonti nell'essenzialità
circolare di una mela .