"La cura dell'Identità", un'opera che non denuncia
i Social o Internet ma l'uso che le persone ne fanno. Tutto il mondo
dell'internet ma soprattutto i Social ci mettono a disposizione uno strumento
grandissimo, ci danno la possibilità di essere connessi con il mondo, di
tenerci in contatto con persone, parenti, amici che si trovano dall'altra parte
del mondo, ci permettono di conoscere e farsi conoscere. Ma ci mostriamo davvero
per quello che siamo?, le persone in particolar modo gli adolescenti usano i
social per crearsi un’altra identità perdendo la propria e mostrando solo ciò
che il mondo vuole vedere. Lo scopo di queste nuove identità è quella di
ricevere like, più se ne ricevono più si crede di essere accettati dagli altri
che va così a creare una vera e propria dipendenza con lo scopo di colmare una
mancanza di approvazione e di identità. Nell'opera troviamo in primo piano i
Social in forma di medicinali, antidepressivi, che indicano l'uso quotidiano e
ossessivo che le persone ne fanno, e come gli antidepressivi aiutano a star
bene ma da soli non bastano, così i social aiutano a star bene con se stessi ma
non sono la cura, la cura è lo studio, rappresentata dai libri in secondo piano
in penombra, l'unica cosa che arricchisce le persone e può veramente aiutarle a
creare la propria identità. In alto a destra l'ombra di un uomo con le mani in
volto, è la proiezione dell'identità falsa sui social.