Questa
mia opera è figlia del suo tempo. In questo lungo periodo di
pandemia, gli artisti siamo stati chiamati da più parti ad
esprimerci e mettere in rete i nostri lavori. Ognuno ha fatto capo
alla propria sensibilità umana e artistica attingendo ad emozioni e
filtrando attraverso il proprio vissuto. Viviamo in tempi di guerra.
Platone distingue 2 tipi di guerra: polemos e stasis. Polemos
è la guerra esterna a noi, non solo una guerra necessaria ma anche
una guerra produttiva, perchè è alla base del progresso dello
Stato. Da questa scaturiscono processi di incivilimento cioè una
guerra che San Tommaso avrebbe detto giusta.
Questa guerra
planetaria è figlia della globalizzazione, della tecnologia, dei
grandi stravolgimenti climatici, dei migranti, della corsa al riarmo,
delle lotte di genere etc etc.
L'Antropocene
definisce quest'epoca e ci costringe a vedere ciò che stavamo già
guardando da troppo tempo con cecità. Dario Nepoti ci esorta, in un
articolo, a ripensare all'oggi e focalizza per grandi linee le
contraddizioni del nostro periodo. E' questo il tempo che lui chiama
“Kairos”
facendo riferimento al termine greco con cui veniva inteso il “tempo
giusto”,
opportuno.
Kairos
è il tempo dell'opportunità, dell'occasione di dire NO:
alla società dell'accumulo, dei consumi, della corsa agli armamenti,
dello sfruttamento del suolo, della devastazione della natura.
Così
“CALL
IT HOPE”,
“chiamala
speranza”,
due giovani saltano di gioia ed è un salto verso il cambiamento,
verso un ribaltamento delle azioni che diventano ON
!