La Sindrome dell'epoca d'oro è una “malattia” connaturata dell’animo umano quale mitizzazione di un passato storico e culturale ormai perduto: su di esso l'essere umano tende a proiettare della propria insoddisfazione di un tempo mai vissuto in cui rifugiarsi e su cui fantasticare. Tale sindrome dimostra un disagio esistenziale nei confronti della propria contemporaneità, ritenuta "inospitale" o "inappagante".
L'eredità storica, culturale e artistica lasciataci è un metro di paragone con la quale la nostra generazione contemporanea, artistica e non, continua a confrontarsi davanti un'epoca dove le grandi narrazioni ideologiche (Lyotard) sono tramontate. Da questo prende avvio anche un processo di analisi identitaria e sociale, dove l'individuo cerca di ritrovare una propria collocazione nello spazio-tempo nel quale vive.