Dante fluttuante
Angelo Demitri Morandini
Il
video racconta la vita, e la morte, da una prospettiva filosofica. Ci parla
dell’uomo e della sua posizione nell’universo a volte centrale, altre ininfluente.
Si tratta di un racconto fatto di parole dalle sonorità trecentesche, che
superano la contingenza. Il lavoro diventa una lingua cosmica, confidando che
in noi, come afferma Chomsky, esista una grammatica universale. La Divina Commedia
dantesca, messa su una tavola operatoria è stata sezionata digitalmente
in 14.470 parti (nodi) e ricucita con 3.546 fili (relazioni). È nato così un
nuovo organismo e il video è la registrazione del mio schermo mentre sto
operando su di esso con un software di analisi sociale. Ogni nodo corrisponde
perfettamente ad una parte di testo che a sua volta è collegato ad un altro. È
evidente il riferimento al poeta concretista Gomringher e alle sue Konstellationen
(1953). Poesie le cui parole sono disposte su griglie offrendo al lettore
la possibilità di scegliere il percorso narrativo. Secondo Gomringer, la
costellazione è il più semplice modello visivo di poesia costruita sulla parola.
Il testo della costellazione di Gomrigher, quindi, mette al centro le singole
parole e l'ordine nel quale queste vengono disposte sulla pagina, ed è dunque la
loro sequenza che offre al lettore il senso del componimento. La pagina bianca
diventa qui schermo, e parole in movimento. Questo nuovo organismo lievita,
galleggia, fluttua, generando infiniti percorsi narrativi. Un insieme di parole
che collassano in punti, perché come scrive Kandinsky: il punto geometrico è
l’unico legame fra silenzio e parola. Il punto geometrico, infatti, ha trovato
la sua forma materiale, in primo luogo, nella scrittura; esso appartiene al linguaggio
e significa silenzio*.
Il silenzio, dunque, è quella parola mistica che, come la morte, esprime il
mistero dell’universo.
*Punto linea superficie W.
Kandsnsky Adelfi edizione Milano