Il nome Rainbow è ispirato al significato che l’arcobaleno ha avuto da sempre per i popoli: speranza, bellezza e buon auspicio, necessari in questo difficile periodo di pandemia.
Sette colori illuminano l’installazione di sera, sette colori come i chakra buddisti, come i sette sacramenti, i sette attributi fondamentali di Allah e sette sono anche i doni dello spirito santo. Questo numero rappresenta la conoscenza, la dottrina e la completezza.
Rainbow consiste in 25 grandi centrini di forma circolare tirati all’interno di anelli di ferro e sospesi in aria, a quattro metri di altezza, all’ingresso principale del centro storico del Comune di Cisternino (BR), tra la Torre Civica Normanno-Sveva e la Chiesa di San Nicola, e tra i principali vicoli.
La luce fa da elemento di unione tra lo spazio ospitante e l’installazione, favorendo la partecipazione attiva dell’osservatore, anche grazie alla presenza di un tappeto sonoro dedicato.
Di giorno, infatti, i centrini creano poetiche ombreggiature sui pavimenti e sui muri in pietra grazie alla luce solare. Di sera la presenza di fari architetturali valorizza i ricami dando vita a dinamici giochi luminosi.
Tutti i giorni, a momenti di silenzio vengono intervallati suoni della natura e melodie coinvolgenti, come il canto delle cicale, i valzer viennesi, le pizziche, le tarantelle e sitar indiani, trasportando l’osservatore in dimensioni diverse.
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RAINBOW si propone di unire arte, tradizione e storia del territorio, generando un impatto emozionale di stupore e curiosità attraverso un’opera a cielo aperto rivolta ad un pubblico eterogeneo che possa usufruirne in libertà e al di fuori dei circuiti canonici dell’arte, in un periodo in cui tutte le strutture private e pubbliche risultano chiuse a causa della pandemia. Vuole spiazzare l’osservatore portandolo a prendere consapevolezza dello spazio con cui interagisce quotidianamente, stimolandone l’interazione e la riflessione sull’opportunità di prendersi cura di sé e del territorio attraverso tecniche creative di riuso.
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La scelta dei centri all’uncinetto è il risultato di una profonda ricerca del designer sul legame delle forme in essi rappresentate e sul valore antropologico dell’elemento del “centrino”, quale simbolo di un sapere antico custodito dalle donne, tramandato di generazione in generazione e presente nella maggior parte dei nuclei familiari dei diversi continenti.
Nei ricami in crochet ("uncinetto"), infatti, è possibile ammirare disegni antichi, geometrie sacre, definite frattali: ovvero rappresentazioni esemplificate dalla struttura molecolare della materia, così come ad esempio i cristalli d'acqua studiati dallo scienziato giapponese Masaru Emoto, o le “figure perfette”, utilizzate come simbologia alla base di molte filosofie, credo religiosi, scienze e discipline meditative. Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatte le stelle. (Cit. Carl Sagan)
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L'arte dei centrini è stata praticata in tanti luoghi d'Europa, della Puglia e del mondo. Un'arte realizzata da donne, che con grande pazienza e tecnica realizzano disegni, quasi fossero dipinti, traendo ispirazione dalla natura. Donne che hanno espresso gli stessi disegni come attingendo ad una biblioteca astrale collettiva, la stessa da cui hanno attinto i nostri avi nel mondo e che è dentro di noi ed in ogni forma di vita in natura.
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Con RAINBOW il centrino, da singolo elemento di arredo della casa privata, si trasforma in un insieme di dischi di merletti sospeso tra la terra e il cielo, creando sia un ponte fisico tra sacro (la chiesa) e profano (la Torre Civica), che temporale ed emozionale, in grado di unire i singoli osservatori attraverso la comune sensazione di familiarità e ricordo di un oggetto prezioso, realizzato dalle proprie nonne, ma spesso dimenticato in un comò.
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Uno tra i borghi più belli d’Italia, esempio di architettura spontanea, Cisternino è definito dall’architetto giapponese Hidenobu Jinnai "Un grande capolavoro di architettura senza architetti", <