invasi volti in terra
Certe mattine all’alba, mentre lavoro la creta al tornio, accade che un punto fermo divenga centro del movimento; la terra lascia allora spazio al vuoto e diviene periferica, seguendo il suo principio attivo;
si in/china al centro in un vuoto d’aria e prende un canto ignoto, come vinile a ritroso.
E’ suono di bocca antenata, fatta di terra quieta che respira e soffia l’aria di antiche tombe.
In quei momenti, mentre tutto gira, il tempo si ferma nella sua forma vivente, in/vasi di volti, all’ombra sonora di un silenzio.
La terra si invasa, resta ed avanza tra le mani, prende forma, si/cura, in perfetta corrispondenza con la nostra Terra, sospesa nell’aria.