TRATTARE CON I QUANTI
Questo titolo riunisce una serie di installazioni che ho realizzato nel 2019, durante la mia residenza presso il MACRO - Museo d’Arte Contemporanea Roma.
In queste immagini è visibile solo la più estesa, posizionata lungo la parete di fondo del mio atelier, che ho posto in dialogo con le altre due.
Il titolo (in italiano è anche un gioco di parole) non è casuale, ma rispecchia l’influenza, sui miei lavori, dell’intensa passione che nutro per la fisica quantistica.
Ho cercato di esprimere il concetto, assai arduo da metabolizzare, che l’intero universo vivrebbe in uno stato di indeterminazione quantistica se non vi fossero spettatori intelligenti che lo osservano. In altre parole, che la sua stessa esistenza dipenda dallo spettatore, che ne diventerebbe, in un certo senso, il “creatore”. Nello stretto legame fra pensiero e materia, sembra, infatti, che non sia la materia a determinare il pensiero, ma viceversa.
Dalla sua postazione “razionale” un individuo apre lo sguardo verso la sala, incrociandolo con quello di altri personaggi simili, presenti nelle installazioni contrapposte. I loro occhi, (fori passanti cerchiati di rosso) rappresentano il sistema sensoriale umano e, in definitiva, la nostra coscienza. Ciascuno di questi enigmatici personaggi si rende artefice della realtà che cade sotto i suoi sensi, pur nei limiti dell’umana percezione confinata entro le tre dimensioni.
Fulcro dell’installazione principale è un groviglio di materia (o meglio di energia) densamente sovrapposta e amalgamata in un gioco di luci ed ombre. Una sorta di “entanglement” - il più inquietante fenomeno della fisica - che stabilisce una connessione immediata tra particelle subatomiche, indipendente dalla loro distanza, rivelandoci l’analogia tra le leggi che governano tanto il microcosmo quanto il macrocosmo.