LETUN
Il concetto fondamentale sul quale si basa la serie dei lavori presentati è
quello di provare a tradurre in oggetti visibili ciò che nell’antichità poteva
avvenire nella mente delle persone che ascoltavano i racconti orali, spesso unica
forma di conoscenza. Così come da un racconto ascoltato scaturiscono, in ognuno
di noi, immagini mentali diverse, così in questi lavori, visti attraverso la
deformazione di una lente, i soggetti prendono connotazioni diverse a seconda
del punto di vista e della sensibilità dell’osservatore.
Il racconto di Tinia tra Uni e Leto
Concetto dell’opera “Letun”
Il titolo Letun, genitivo di Leto, si riferisce alla
vicenda di Latona. Il rilievo ha una composizione che riprende la decorazione
dello specchio etrusco ritrovato a Castiglion Fiorentino ed attualmente
conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Al centro Tinia (Zeus) con lo
sguardo rivolto verso Leto (Latona), che si mostra seduta con il volto
appoggiati sulla mano sinistra come in un atteggiamento pensoso ed addolorato,
mentre Uni (Era) si appoggia al consorte. Questa triade divina rappresenta una
vicenda mitica che rispecchia ciò che accadeva e che accade tutt’oggi come esempio archetipico delle dinamiche del
tradimento coniugale. La scelta della versione etrusca è motivata dalla sua
vicinanza alla realtà sociale moderna rispetto alle versioni greche e latine.
Concetto della serie
La forma concreta, modellata e scolpita,
si percepisce attraverso la deformazione di una lente. Le continue deformazioni
dei soggetti sono la rappresentazione materiale dell’ineffabile,
dell’immaginazione e delle suggestioni nate dal racconto.
I volumi e gli spazi perdono i loro
limiti e si avvicinano all’evanescente ed all’indefinito, come
nell’onirico.
La scelta dei soggetti antichi, delle
storie della mitologia, portano l’attenzione ad un momento arcaico inteso come
origine.
Descrizione tecnico-artistica
Bassorilievo in gesso patinato, montato su cornice in
legno laccato e visibile attraverso una lente di grandi dimensioni che ne
deforma la percezione.
L’istallazione
ha come intento dare all’osservatore una visione dell’opera non rigida e fissa,
ma di fronte alla scultura si possono vedere tutti gli elementi, anche se non si
può osservare tutte le parti contemporaneamente ed in modo definito, le figure
sfuggono alla visione e si deformano in infinite varianti