Tessere la rete di Irma Paulon
“Il
fiume nei secoli ha dato diverse soddisfazioni ai cercatori d’oro
italiani. E’ proprio nei fiumi che possiamo trovare l’oro
alluvionale,
cioé l’oro che arriva dai giacimenti che stanno in montagna e che
millenni di piogge hanno fatto scendere a valle attraverso i fiumi e
torrenti; qui si troverà sotto forma di pagliuzze d’oro, per le
pepite d’oro bisogna andare più in profondità, ma sarà comunque
un oro
purissimo,
chiamato ‘oro
etico‘
in quanto per trovarlo ed estrarlo non c’é bisogno di usare
tecniche invasive, dannose per l’ambiente e per l’uomo, c’è
solo bisogno del setaccio.
Ma
per ottenere i risultati bisogna avere: passione, esperienza,
caparbietà e costanza. “
(Tratto
dal web)
Per
creare valore, bisogna tessere il coraggio di andare più in
profondità nelle cose e abbandonare i sentieri abituali.
Il
setaccio come significato metaforico del discernere, riuscire a
vedere o a comprendere ciò che la vista o altri sensi comunicano,
per acquisire nuova consapevolezza.
Rete,
in senso di comunicazione, come si usa anche nel linguaggio
industriale, “fare rete”, o per citare la Volpe del Piccolo
principe “creare dei legami”, tessere relazioni e che la
tessitura del mondo sia in queste relazioni.
Il
setaccio, come strumento che ci aiuti a separare da ciò che è
inutile e ciò che è utile
Ecco
che l’atto dello “scegliere separando”, diventa importante
soprattutto in questo momento storico.
Tessere
la rete fra l’ambiente e le persone, connettere e riconnettere le
persone con la Natura, rendendole consapevoli del suo funzionamento
e della sua bellezza con il concetto di sviluppo etico-sostenibile,
affinché della Natura possano goderne anche le generazioni future.
Mettere
al servizio le proprie competenze tecniche, il proprio sapere ed
esperienza,il pensiero innovativo, fino alla capacità di ascolto ed
empatia per generare cambiamenti e trasformazioni.