Il motivo che porta alla realizzazione di Ruat, prima in forma letteraria e oggi nell'opera scultorea TAUR68, è il processo di una lunga e paziente ricerca che riguarda l’indagine degli aspetti della Sincronicità Junghiana, arrivando a determinare concretamente un assetto di precisi eventi tutti collegati che portano alla luce un sistema, un processo di comunicazione, al quale Venturi dà il nome RUAT: una “Struttura Dinamica” composta dall’interazione dello stato cosciente razionale nello svolgimento cronologico dei fatti e il contesto in cui è posta la persona (Venturi), realizzando una funzione esatta, in linguaggio matematico, indotto dalla sincronicità. Attraverso l’attenzione rivolta agli eventi che sono precisamente collegabili nell’ambito della vita quotidiana, l’osservatore fermandosi su particolari anche “non significanti” che sembrano essere solo “casualità”, si connette a una dimensione extratemporale – che può chiamarsi inconscio collettivo, campo Akashico, Io superiore – arrivando ad essere presente, protagonista e spettatore della sua stessa storia. Tale processo individua simmetrie e corrispondenze che si ritrovano nei molti campi di studio scientifico, storico, e in particolare nell’indagine antropologica nell’ambito cultuale della spiritualità (in senso lato), per individuare la radice di una comunicazione data dal Simbolo che racchiude il racconto mitologico nell’intimo di ogni individuo. La scultura “Ruat”, - TAUR68 - In questa nuova veste, di opera d’arte concettuale e sincronistica, riesce a captare la parte profonda e ancestrale del fruitore, rivelando coerentemente la sua funzione di pulizia, come “strumento di misura” all’approccio, con spirito critico, verso le pseudo-scienze o delle egregori dottrinali di qual si voglia natura - scientista o religioso - riconoscendone le corrispondenze o palesandone le contaminazioni.
Ruat, non allegoria o metafora, ma “viva” e reale ierofania manifesta in forma ottagonale - unica “forma-simbolo” nello scibile del simbolismo grafico ad oggi scoperto o conosciuto - e sviluppata nelle tre dimensioni, fa spazio alle sovrapposizioni di significato attribuito ad un simbolo, al suo utilizzo improprio per averne dimenticato, e poi modificato, il senso e la sua vera funzione arrivando inesorabilmente ad una strumentalizzazione dottrinale. Ruat, così, agisce in modo diretto, “magico”, in un presente dilatato aperto a più dimensioni come ponte tra la parte razionale e quella inconscia, svelandosi come porta d’accesso a una visione più ampia e pura della realtà stessa. Appare evidente il fatto concreto di avere una struttura che si costituisce di tanti “piccoli pezzi” sparsi in mille e più anni di storia, catalizzati dalla Sincronicità con un operare sistematico – razionale e intuitivo – indotto da una memoria atavica di tali contenuti, arrivando a rendere fisica l’immagine del mito con le sue implicazioni mistiche, filosofiche e scientifiche.
TAUR68 è così definita un'opera Sincroni-Concettuale, da inserire in un particolare ambito dell'arte concettuale: l'autore traduce quei principi dettati da un ordine dinamico d'intrecci invisibili, di significati e di simmetria, cristallizzandoli in un'espressione che si fa opera nel tempo a lui contemporaneo. La Sincronicità Junghiana si manifesta in TAUR68, realizzando una scultura-archetipo con una nuova espressione artistica nel panorama dell'arte concettuale e contemporanea.