“… L’opera di Paolo Residori che ho voluto alla mostra veneziana si intitola Tempore riprendendo pedissequamente il nome del profumo di Laura Biagiotti. Si tratta di una grande bottiglia a forma di clessidra riempita per due terzi da mozziconi di sigaretta, il resto è colmo di un particolare tipo di vasellina utilizzata per gli incontri amorosi.
Il risultato è un assemblaggio coerente e lucido: il tempo viene scandito attraverso la clessidra della Bellezza con il succedersi dei vizi, piaceri e peccati; un’opera “senza filtri”, o meglio in cui anche i filtri hanno avuto il loro tempo... una vanitas, un memento mori.
E mentre il tempo passa, i rintocchi della fine si fanno udire sempre più minacciosi, la corsa dei granelli in tal caso mozziconi, diviene frenetica, drammatica...ora quanto si desidererebbe un ingorgo capace di intasare quel vitreo orifizio e fermare il Tempo, nemico primo di ogni entusiasmo, narcotico della noia e familiare della putrescenza, del deliquio.
Quanto avremmo agognato ad un tilt eterno, ad un blocco della macchina infer- nale, dell’orologio a cicche, ad un coma atemporale ma collettivo e comunicante. Tutti sospesi come marionette lignee e impolverate nel lercio teatro della vita.
Niente piaceri, niente sofferenze, solo gli occhi glauchi...fissi.
Con Residori, esponente di spicco della Tiltestetica, l’ingorgo diviene con que- st’opera quanto mai attuato attraverso uno spazio delimitato e circoscritto. Se nel di- stributore d’acqua le cicche avevano una funzione esterna, infestando l’immaginario dell’osservatore assetato, qui il dramma è tutto interno, non minaccia nessuno, solo il proprio sé.
Il tilt infatti è nel sistema, nell’ingranaggio cieco, nella scatola nera, ossia nel luogo intimo della macchina, un tilt conclave, non tanto labirintico (da lavoro-dentro) ma da sostanza implicita alla sua stessa implosione. Il cortocircuito però in un distributore d’acqua può essere pericoloso mentre in una clessidra solo desiderabile.
È questa interpretazione della Tiltestetica che regna sovrana nella mostra in La- guna, esegesi che in tale frangente potrebbe chiamarsi Tiltestetica calda in contrap- posizione con quella fredda, risolvibile nell’Estetica Paradisiaca. …”
Daniele Radini Tedeschi – Sweet Death – Editoriale Giorgio Mondadori