Seminatoio:
40x110x30 cm, agglomerato di schegge di legni vari e resine epossidiche e poliesteri varie
Grano Arso:
115x40x50 cm, agglomerato di legni bruciat, resine epossidiche e poliesteri varie.
"... Questo antico e affascinante
territorio - in cui è forte il legame tra l'ambiente, la natura e le
testimonianze protostoriche, classiche e pagane - con le sue primitive e rurali
tradizioni, tramandate sino ad oggi, rivive nelle sculture di delli Carri che,
da vero figlio di questa terra, qui si è formato ed oggi lavora....
Già in epoca romana, e poi
nuovamente a partire dall'Ottocento, il Tavoliere di Puglia, con le sue distese
dorate, è stato considerato il Granaio d'Italia: è quindi proprio il ciclo
naturale e produttivo di questo prezioso cereale che l'artista tratteggia
attraverso le quattro sculture esposte, che per lui simboleggiano anche i
quattro elementi naturali – Fuoco, Terra, Aria e Acqua – i quali combinandosi
ed interagendo, secondo il pensiero del filosofo greco Pitagora, danno origine
ai fenomeni naturali ovvero alla nascita, alla trasformazione e alla morte di
tutte le cose.
Se con «Seminatoio», la cui forma trae ispirazione dai
sacchi portati a tracolla dai contadini durante la semina, si allude alla
Terra, con «Grano arso» si rimanda al Fuoco poichè questo umile ingrediente,
secondo una radicata consuetudine, è il risultato dei chicchi del cereale
rimasti nei campi e bruciati dopo la mietitura.
...
Quello
di delli Carri con «Seminatoio» e «Grano arso» è anche un ritorno all'Arte
Povera: sperimentando l'uso di materiali primitivi - gli scarti di eucalipto
rosso, abete bianco, ciliegio, faggio, ulivo oltre che di legni di liuteria - e
utilizzando la tecnica musiva, rielaborata in termini contemporanei, costruisce
due organismi dalla texture resistente e compatta, due esseri tra l'iconico e
l'aniconico. L'artista gioca sull'ambiguità delle due figure, le cui forme
rimandano da un lato alla vita rurale dauna – un sacco consunto e un chicco di
grano bruciato - ma dall'altro all'ambiente marino – una conchiglia e un pesce
dalla bocca famelica – facendo così un ulteriore e importante omaggio alla
Puglia ovvero al suo mare."
Federica Tiripelli