Qiteq è un oggetto-archetipo composto di materiali organici e pietra lavica, che rimanda alla cultura animista Inuit. Le culture animiste credono che ogni essere, animato o inanimato, abbia una propria anima, di natura sottile ed eterea, che vada rispettata per vivere in equilibrio con gli altri esseri viventi. La durezza della vita nell'Artico ha fatto sì che la popolazione Inuit vivesse costantemente nella paura di potenze invisibili; compito dello sciamano (angakkuq) era dunque scacciare o ammansire gli spiriti attraverso accurate pratiche rituali cui partecipava l'intera comunità.
Il manufatto presentato vuole ricordare un rudimentale scacciaspiriti sciamanico. Un corpo in legno di deriva, caratterizzato da due sporgenze, al cui qiteq
– 'centro' in lingua Inuktitut – è collocato un frammento di ossidiana. Pietra lavica simile al vetro, l'ossidiana fu impiegata sin dalle prime culture artiche nella lavorazione di strumenti per la caccia e per la vita quotidiana, dunque un materiale indispensabile alla loro sopravvivenza. Il frammento nero, posto nel centro e protetto dalla trama invisibile di capelli, legati a mano, diviene cuore pulsante, anima e testimonianza di una realtà etnica affascinante e a noi così lontana.
Seguendo il pensiero di questa cultura, gli oggetti raccolti e conservati, vengono 'rianimati', decontestualizzati e assemblati, volti ad evocare un ritorno ancestrale alle origini e un mondo in cui è ancora possibile un equilibrio tra uomo e natura.