[...] L’installazione sonora Lymphatic ratio è costruita attorno al tema del matrimonio, rito riconosciuto a livello religioso, giuridico e sociale... Read More
[...] L’installazione sonora Lymphatic ratio è costruita attorno al
tema del matrimonio, rito riconosciuto a livello religioso, giuridico e
sociale come base per fondare una famiglia. Angela crea un
microsistema, nel quale una traccia audio mette in moto un sistema
“linfatico” della famiglia affinché emozioni liquide in eccesso possano
essere liberate e la creazione di difese e anticorpi possa proteggerci da
aggressioni esterne, esattamente come accadrebbe se fossimo dotati
del sistema linfatico di una pianta. Quattro tracce audio si sovrappongono,
rafforzandosi o annullandosi a vicenda, permettendoci di discernere,
attraverso il silenzio apparentemente rassicurante, i comuni rumori
della vita domestica, piatti, sedie spostate in cui si inserisce il frinire
monotono delle cicale, piccoli esseri che, insediandosi tra gli alberi,
ne divorano la linfa. Altri brani di sottofondo si sovrappongono quasi
solenni: quelli che accompagnano una funzione nuziale e, infine, il
Dies Irae di Mozart, tratto dall’opera Requiem del 1791,
corrispettivamente ad indicare l’inizio (funzione nuziale) e la fine
(messa in Requiem) della vita familiare.
Il sistema sonoro è parte di un’installazione maggiore e si offre
all’ascolto di chi siede su una seduta bianca, classica sedia delle
dimensione domestica, ma con radici che affondano nel terreno,
come l’abete bianco da cui prende il nome. Un complemento d’arredo
che è sinonimo di famiglia comunitaria intorno ad un tavolo e che nel
contesto specifico viene isolata e messa al confine del micro-ambiente
nel quale i disegni a parete e l’installazione fanno da sfondo.
I nostri occhi vagano passando dalla sagoma ricamata delle piante
sulle tele alle 99 specie di piante velenose, impeccabilmente catalogate
e ordinate sulla parete di fronte a noi. Nel rigore in bianco e nero di
un albero genealogico in cui famiglie vegetali si mescolano a quelle
umane, un solo elemento è estraneo: un’esplosione di immagini,
fotografie a colori di un’intera esistenza che non si può ridurre dentro
uno schema.
Testo a cura di Annalisa Bergo