TITOLO DELL’OPERA: LIBERTA' E AMICIZIA (2022/ 2023)
L'opera nasce durante il periodo della pandemia, in un momento in cui le persone si sono sentite chiuse ed
isolate nel proprio mondo in una condizione di costrizione in uno spazio confinato, con pochissima possibilità
di relazionarsi e comunicare con gli altri. Il desiderio di tornare a muoversi liberamente nei luoghi della città
e di ricostruire relazioni era diventata una necessità.
L'idea si concretizza dalle suggestioni che il delfino ha suscitato nell'artista. Si tratta di un animale con
caratteristiche marcatamente umane, considerato simbolo di sensibilità, amore, libertà, amicizia e fortuna.
La libertà di muoversi liberamente nel mare, nello spazio infinito, e l'abitudine di vivere in branco, in
comunione con gli altri, con l'intento prioritario di aiutarsi e relazionarsi: questo è l'invito che l'artista, uomo
tra gli uomini, propone ai suoi simili.
Nella sua opera, Libertà e Amicizia, l'artista propone, attraverso i materiali utilizzati, una riflessione sulla
salvaguardia della Madre Terra dai pericoli che minacciano la natura e la socialità dell'uomo.
Si rifà all'etimologia del nome delfino derivato da delphýs, che significa ‘utero, grembo’, mettendo come
fondante la relazione madre-bambino; e riprende il termine amicizia, dal latino amicus, che ha la stessa
radice di amare, amicus significa letteralmente "colui che si ama".
L'artista, secondo lo schema dei miti e dei racconti, che narrano spesso di delfini che salvano gli uomini dalla
minaccia della morte in mare, che avvisano i marinai dell'arrivo delle tempeste, vuole mettere in guardia i
fruitori della sua opera dai pericoli dell'oppressione e dell'odio, della frammentazione dei rapporti umani.
Anche Dante ricorda la benevolenza verso gli uomini di questi agili e liberi mammiferi:
Come i dalfini, quando fanno segno a’ marinar con l’arco de la schiena,
che s’argomentin di campar lor legno,
Dante, Inf. XXII, vv.19-21
L'archeologia cristiana, dal canto suo, ripete il motivo ornamentale del delfino. In esso simboleggia Cristo,
salvezza dal naufragio spirituale, oltre che materiale. Il ruolo del delfino come salvatore di naufraghi e
“psicopompo”, cioè accompagnatore di anime nell’oltretomba, lo mostra come simbolo del trionfo della luce
sulle tenebre, della speranza sull'angoscia, e parafrasando il titolo dell'opera, della Libertà sulla schiavitù,
dell'Amicizia sulla malvolenza.