L’opera rappresenta il momento in cui la parte più
ingenua, pulita, vera dell’essere umano viene crocifissa…. dal gioco stesso che
poco prima lo coinvolgeva, dal destino, dal caso, dall’inganno, dalla malattia
, da qualunque causa a cui si potrebbe dare la colpa. A sorreggerlo c’è chi,
poco prima, giocava con lui, la compagna di giochi, la madre, la sorella,
l’amica, anche in questo caso la parte più fanciullescamente autentica,
sensibile, dell’essere umano.
L’aquilone che ricopre la vittima di turno simboleggia
l’alta quota che i suoi sogni, i suoi ideali avrebbero potuto volare, le
speranze, le emozioni, tutto il bello e il meglio andato perso, la vita vera
non vissuta, interrotta bruscamente dall’imprevisto.
La “pietas” è rappresentata dalle calde lacrime che
silenziosamente ed eternamente scivolano dalle guance paffute della nostra
anima bambina.
In un mondo che sembra non scandalizzarsi del fatto
che si giochi con i missili, a chi ne ha di più e più rari, come le figurine
dei calciatori o di Heidi …o con la sessualità perversa e una rete mediatica
fuori controllo, dove è finita la Pietas che distingueva l’uomo dalla bestia??