CONCEPT
Attraverso la narrazione figurativa di cinque differenti storie tratte dalla mitologia greca, andrò ad indagare la correlazione tra due concetti, apparentemente lontani ma in realtà a strettissimo contatto, quali "Amore" e "Narcisismo".
Questo sarà dunque un viaggio nella psiche umana “dell’oggi” e nel narcisismo, insito in ogni individuo, che utilizza l’Amore come cura ad esso.
L’Amore è infatti quella possibilità che ci diamo per curare quei tratti alla base della struttura (individuale), tratti che sono nati da esperienze emotive precedenti, nelle famiglie di origine.
L’utilizzo dell’Amore è quindi il tentativo di “auto-cura” finalizzato a disconfermare quelle esperienze emotive creatrici delle strutture narcisistiche nell’individuo.
Le antiche storie da me scelte sono estremamente attuali e mi serviranno ad evidenziare quando “l’incastro” tra Amore e Narcisismo non funziona, tramutandosi da possibile “cura” ad elemento “esplosivo” per l’individuo e il suo intorno.
Renderò perciò materiale il “fallimento” di questa possibilità, e di come le “sovrastrutture” imposte dalla società odierna impediscano ad alcuni individui di conoscere e sperimentare veramente “l’Amore” come elemento di equilibrio psicologico del vivere.
“Athena glaukopis”
In “Athena glaukopis” voglio raccontare il fallimento dell’Amore, come cura per se stessi, a causa del machiavellico attaccamento alla razionalità.
Atena appartiene alla schiera delle dee vergini, coloro cioè che nella mitologia non si sposarono mai e non divisero mai la propria vita con un compagno.
L' indipendenza di Atena è soprattutto intellettuale: è lei la dea “tutta testa”, paladina della razionalità e della strategia in battaglia, consigliera di condottieri ed eroi.
Ad Atena sono ignare qualità d’animo emotive, materne o sensuali: non fu mai amante, madre o consorte.
“Dea dagli occhi lucenti” così la descrive Omero.
Un mezzo busto che esce dalla parete.
Forte e conscia della sua potenza, si palesa a noi mortali con una mano d’innanzi agli occhi con il compito di filtrare la “luce della saggezza” del suo sguardo, e permettendoci di assaporarne una quantità sufficiente da non ucciderci.
In testa un elmo che nasce direttamente dal cranio della Dea ed una folta cresta, composta dagli scritti degli uomini che parlano di lei (passi dell’Iliade, miti, saggi…) capaci di concretizzarla nella nostra dimensione mortale.