Appropriarsi di proprietà, materie ed elementi preziosi e salvifici tratti dalla Natura senza degli effetti nefasti dell'azione coatta e violenta con cui ciò accade, è stata ed è una costante dell'agire umano. Ma può ancora l'uomo recuperare il suo rapporto con Madre Natura? Può avvalersi oggi nel suo operato e nella sua incessante produzione di strategie più sostenibili e rispettose del sistema naturale?
Riconoscere la ricchezza e la bellezza della Natura, quindi rispettarne e preservare la sua essenza traendone beneficio e sviluppo è, secondo me, una dalla quale non possiamo più esimerci oggi.
L'opera nasce da questo presupposto concettuale nell'ambito della mia ricerca sulla relazione Uomo-Natura.
Si tratta di un assemblage in cui sono accostate materie raccolte artistiche (la pittura ad olio e la foglia d'oro), ad elementi naturali e di recupero assunti a termini di un linguaggio artistico tanto personale quanto universale: una sezione di tronco - che ha il colore del cielo e del mare, dell’infinito… - da cui viene fuori un filo azzurro collegato ad una boccetta da speziale contenente oro in foglia; una sorta di matassa cosmica dalla quale può essere estratto qualcosa di molto prezioso… Il tutto collocato all'interno di una teca in legno (una vecchia cassetta per bottiglie di vino), a suggerire un'idea di conservazione, protezione e cura.
Elementi essenziali e simbolici atti ad evocare sia la sacralità, sia il valore commerciale di quanto viene sottratto dalla Natura e venduto a caro prezzo. Qualcosa che invece ha il valore del dono e andrebbe quindi preservato e tutelato, riconsiderato in una dimensione che afferisce alla cura di sé e dell'ambiente in cui viviamo.